E’ l’acido D-Aspartico il principale regista del neurosviluppo e una sua assenza durante lo sviluppo embrionale e perinatale o un eccesso di degradazione per un iperfunzionamento del suo enzima di degradazione (e del gene corrispondente) provocano ritardo mentale, autismo e gravi psicosi come la schizofrenia. La paziente zero con tutte e tre queste caratteristiche è stata individuata nel napoletano e studiata dai ricercatori del Ceinge di Napoli e dell’Università Vanvitelli. Messa a confronto con le banche di tessuto cerebrale presenti in Europa e negli Usa ne è appunto emerso che la disfunzione comune a questi tre tratti patologici era una alterazione di questo aminoacido che letteralmente impregna il cervello embrionale e se assente o carente provoca gravi anomalie del neurosviluppo che potenzialmente potrebbero essere corrette implementando questo d-aminoacido Parliamo di una molecola che rappresenta uno dei mattoni delle proteine ma che, nella sua forma destrogira (D) era considerata fino a qualche anno fa assente negli organismi animali mentre è tipico degli organismi procarioti (batteri). Nell’uomo e negli altri animali invece è stato individuato in massiccia quantità nelle strutture embrionali che danno origine al sistema nervoso che che ne orientano il corretto sviluppo.
I SEGRETI DEL CERVELLO
Nell’acido D-Aspartico – un aminoacido non essenziale solitamente con questa configurazione presente soprattutto al mondo dei batteri, si cela dunque il segreto del corretto sviluppo del cervello umano e degli altri animali. Individuata a Napoli nei laboratori dell’Ateneo Federico II e del Ceinge la possibile chiave che unisce i gravi ritardi mentali congeniti, disturbi come l’autismo e anche la schizofrenia. Gli studi sono partiti da una giovane paziente napoletana che accomunava questi tre elementi associati appunto alla scarsa presenza nel suo cervello, appurata con indagini di biologia molecolare, dall’acido D-Aspartico. Le successive analisi, effettuate utilizzando tessuto cerebrale di pazienti con questi disturbi e conservato nelle biobanche di tutto il mondo, utilizzando anche sistemi di intelligenza artificiale, hanno confermato che l’unico elemento comune del cervello di queste persone era la anomala scarsità dell’acido-D Aspartico. Quest’ultimo, tra l’altro, somministrato in topolini “nonni” consente il recupero della memoria persa a un livello di efficienza che arriva a quello delle nuove generazioni di nipoti giovanissimi. Lo studio è in fase di conferma nell’uomo.