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Trapianti, innovazione made in Italy assicura lo scambio di organi tra regioni

Grazie a questa innovazione made in Italy, è possibile garantire un trasporto sicuro e affidabile degli organi da donatore a ricevente, aumentando così le possibilità di successo dei trapianti e offrendo una speranza in più alle persone in lista d’attesa

Nel 2021, su un totale di 3.738 organi donati e trapiantati, ben 1.322, pari al 35%, sono stati trasferiti tra regioni diverse. Questo processo delicato e cruciale richiede la massima attenzione, affinché gli organi arrivino in tempo e nelle migliori condizioni possibili. Tuttavia, grazie all’innovazione made in Italy, è stato presentato al congresso della Società Italiana dei Trapianti d’Organo, attualmente in corso a Roma, un importante passo avanti: una tecnologia innovativa che permette la refrigerazione degli organi senza l’utilizzo del ghiaccio e fornisce un monitoraggio continuo dello stato degli organi stessi.

In Italia si stima che ci siano circa 2.000 donatori di organi ogni anno. Spesso, però, donatori e riceventi non si trovano nello stesso centro clinico e, una volta effettuato il prelievo, gli organi da trapiantare devono essere trasferiti verso i centri di trapianto nel minor tempo possibile. Grazie a un progetto di ricerca della durata di circa tre anni, sviluppato in partnership tra Aferetica, azienda biomedicale situata a San Giovanni in Persiceto, e la Fondazione Donazione Organi e Trapianto (Dot), è stato creato un sistema innovativo che permette il trasporto agevole e sicuro degli organi, senza comprometterne la qualità. A differenza dei tradizionali contenitori basati sull’utilizzo del ghiaccio, questo sistema utilizza unità Pcm (Materiali a Cambio di Fase) e isolamenti a base di aria solida per mantenere costante la temperatura dell’organo e conservarlo tra i 2 e i 6°C per un massimo di 36 ore, evitando il contatto diretto con il sistema di refrigerazione.

“Gli organi devono viaggiare in sicurezza, alla giusta temperatura e nelle condizioni ideali per preservarne la vitalità. Questo progetto contribuisce a rendere il viaggio degli organi più sicuro e controllato”, sottolinea Antonio Amoroso, presidente della Fondazione Dot e direttore del Centro regionale trapianti del Piemonte. Mauro Atti, amministratore delegato di Aferetica, aggiunge: “Si tratta di un passo in avanti nella gestione clinico-tecnologica del trasporto degli organi. Non è solo un semplice contenitore, ma un approccio completo e integrato per il trattamento degli organi destinati al trapianto”.

Grazie a questa innovazione made in Italy, è possibile garantire un trasporto sicuro e affidabile degli organi da donatore a ricevente, aumentando così le possibilità di successo dei trapianti e offrendo una speranza in più alle persone in lista d’attesa. Tale progresso rappresenta un vero e proprio balzo in avanti nella medicina dei trapianti e dimostra ancora una volta l’eccellenza dell’industria biomedicale italiana.

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