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Tumore colon-retto: marzo è il mese della prevenzione


In Italia, solo il 34% dei cittadini aderisce agli screening per la prevenzione del tumore al colon-retto. Un divario tra nord e sud che richiede interventi urgenti per migliorare la partecipazione.  

Il mese di marzo è ormai un appuntamento fisso per la prevenzione del tumore al colon-retto, una delle principali cause di morte per cancro nel nostro paese. Ogni anno, oltre 48mila persone sono diagnosticate con questa patologia, che rappresenta il secondo tumore per incidenza negli uomini e il terzo nelle donne. Nonostante la disponibilità di programmi di screening gratuiti offerti dalla sanità pubblica, l’adesione rimane preoccupantemente bassa, con una media nazionale che si ferma al 34%. Questo dato evidenzia quanto sia ancora lontano l’obiettivo di raggiungere una partecipazione diffusa, cruciale per ridurre i casi di tumore al colon-retto e migliorare le possibilità di cura.

Italia divisa

Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dalla recente survey condotta dall’Associazione Italiana dei Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri (AIGO) riguarda il forte divario regionale nell’adesione allo screening. I risultati mostrano che il sud Italia presenta i tassi più bassi di partecipazione, con la Calabria che si attesta a una percentuale di adesione del 7,8%. In netto contrasto, il Friuli-Venezia Giulia registra un tasso di partecipazione di circa il 55%, con altre regioni del nord come il Veneto (63%) e la Valle d’Aosta (66,7%) che si avvicinano ulteriormente alla soglia di adesione ottimale. La variabilità regionale riflette le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari, ma anche differenze culturali e di sensibilizzazione sul tema della prevenzione. Le regioni meridionali, infatti, sono caratterizzate da minori tassi di adesione, con la Sardegna, la Liguria, la Campania e la Sicilia che segnano numeri inferiori alla media nazionale. Questi risultati sono in parte attribuibili alla mancanza di campagne di sensibilizzazione mirate e alla difficoltà nell’accesso alle strutture sanitarie, che influenzano la partecipazione dei cittadini.

Comunicazione chiara e diretta con i cittadini

La ricerca di AIGO ha messo in luce una serie di fattori che determinano l’adesione o la disaffezione nei confronti del programma di screening. Tra questi, spicca la durata e l’organizzazione del programma di screening. Le performance migliori si raggiungono con programmi che si estendono su un lungo periodo di tempo, preferibilmente oltre i 15 anni, e che sono supportati da risorse adeguate e personale formato. Inoltre, è emerso che la presenza di tecnologie avanzate, come piattaforme dedicate per l’invio delle lettere di invito e la gestione dei kit di raccolta, facilita enormemente la partecipazione. Queste tecnologie permettono una comunicazione più chiara e diretta con i cittadini, illustrando ogni fase dello screening, dal ricevimento della lettera di partecipazione fino alla raccolta dei campioni di feci. La trasparenza del processo e la garanzia di un follow-up adeguato, come la colonscopia in caso di riscontro di sangue occulto nelle feci, sono fondamentali per rassicurare i partecipanti e incentivare la loro adesione.

Il ruolo fondamentale delle farmacie

Un altro elemento fondamentale per migliorare la copertura dello screening è l’impiego delle farmacie come punti di distribuzione e raccolta dei campioni. Grazie alla loro presenza capillare sul territorio e alla fiducia che i cittadini ripongono in esse, le farmacie si sono rivelate particolarmente efficaci nel coinvolgere la popolazione, soprattutto nelle aree con tassi di adesione più bassi. Questi esercizi possono svolgere un ruolo cruciale garantendo una distribuzione uniforme dei kit e semplificando la raccolta dei campioni di feci. Inoltre, un sistema informatico centralizzato che segue ogni fase dello screening può rafforzare ulteriormente la loro capacità di aumentare la partecipazione e abbattere le barriere logistiche e informative che limitano l’accesso ai programmi di prevenzione.

Prospettive future

Con l’intento di colmare il gap tra le diverse regioni italiane e di aumentare l’efficacia dello screening, AIGO si impegna a proporre un nuovo modello organizzativo per il programma di prevenzione. In particolare, l’obiettivo è quello di ottimizzare l’organizzazione delle risorse, migliorare la distribuzione e la gestione dei kit di screening e rafforzare le campagne di sensibilizzazione a livello regionale. Il dottor Marco Soncini, Past President di AIGO, ha commentato che l’associazione sta lavorando a stretto contatto con i decisori regionali per implementare questo nuovo modello. L’obiettivo è migliorare la partecipazione e, in ultima analisi, ridurre i casi di tumore al colon-retto grazie a una diagnosi precoce. La sfida è quella di rendere questo strumento di prevenzione più efficace, abbattendo le barriere che ancora oggi limitano l’accesso e la partecipazione. La chiave del successo, infatti, risiede nella sensibilizzazione continua e nell’impegno condiviso tra le istituzioni sanitarie, i professionisti del settore e i cittadini, per superare le resistenze culturali e promuovere una cultura della prevenzione che possa finalmente ridurre l’incidenza di questa terribile malattia. Per ulteriori informazioni sui programmi di screening, visita il sito ufficiale di AIGO: www.webaigo.it

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