Ogni anno si registrano 18mila casi di tumore ginecologico, primo fra tutti il tumore dell’utero (8.700 casi) seguito dell’ovaio (5.300), dal tumore della cervice (2.700 casi) e da quelli di vulva e vagina (complessivamente 1.400 casi)
Acto Piemonte ha deciso di dare voce alle donne colpite da questi tumori e di informare le donne sane affinché si controllino e conoscano l’esistenza di queste patologie.
I tumori ginecologici sono patologie maligne che colpiscono l’apparato genitale femminile, sono tra i meno conosciuti e, sebbene nel mondo siano più di 3,5 milioni le donne colpite con oltre un milione di diagnosi ogni anno, sono ancora troppo poche quelle che riconoscono i sintomi di un tumore ginecologico, che sfruttano tutte le opportunità di prevenzione disponibili o che conoscono gli ospedali specializzati dove curarsi. Circa un terzo muore per questa patologia.
Nella seconda ed ultima giornata ONCOnnection Stati Generali NORD OVEST – LIGURIA, LOMBARDIA, PIEMONTE, VALLE D’AOSTA”, promosso da Motore Sanità, all’attenzione i tumori ginecologici e le novità in campo terapeutico, presentate da Acto Piemonte (Alleanza contro il tumore ovarico e i tumori ginecologici ) che ha deciso di dare voce a queste donne e di informare le donne sane affinché si controllino e conoscano l’esistenza di queste patologie.
Come spiega Elisa Picardo, Presidente ACTO Piemonte, ginecologa dell’Ospedale ginecologico Sant’Anna della Città della Salute e della Scienza di Torino, la medicina personalizzata in ginecologia oncologica si sta affermando sempre di più e proprio partendo dalla genetica e dalla biologia molecolare si stanno rivoluzionando le scelte terapeutiche, sia in termini medici che chirurgici non solo per i tumori dell’ovaio, ma anche dell’endometrio e della cervice, con una particolare attenzione anche al ruolo della radioterapia. “È importante inoltre ricordare di farsi operare in centri con chirurghi e oncologi con comprovata esperienza sulla patologia perché le statistiche indicano che le pazienti vengono curate meglio e vivono di più se trattate in ospedali che curano elevati numeri di pazienti e che abbiano potuto sviluppare grande esperienza nella terapia medica e chirurgica e in cui vi siano studi clinici attivi con farmaci innovativi da proporre nelle varie fasi della malattia”.
Secondo la dottoressa Picardo, farsi curare in ospedali con un team multidisciplinare specializzato è infatti ormai indispensabile in questo campo “perché è dal confronto delle competenze dei vari specialisti (ginecologo chirurgo, oncologo, patologo, biologo molecolare e altri ancora) che si ottiene davvero la scelta più accurata. Infine, è con il team che si affrontano al meglio gli eventi avversi di questi nuovi trattamenti, consentendo alle pazienti una migliore qualità di vita. Come Acto Piemonte cerchiamo di promuovere questi aspetti e di sostenere la qualità di vita delle nostre pazienti con progetti mirati di Oncologia integrata sia negli ospedali convenzionati che nella nostra fattoria sociale “Il Ranch delle Donne”. Il progetto “Curare oltre le cure” offre infatti una vasta gamma di terapie integrate che non solo aiutano nel percorso di cura ma anche durante il follow up per garantire percorsi di cura a 360 gradi”.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: Profilazione molecolare dei tumori solidi: il ruolo degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, Tumori solidi: garantire l’accesso a diagnosi e cure di precisione, Profilazione molecolare dei tumori solidi: quale modello per l’oncologia ligure?