Verso la “sconfitta” del colesterolo cattivo e dello scompenso cardiaco, grazie a nuovi farmaci sempre più efficaci e ben tollerati.
Dalla lotta al colesterolo “cattivo”, grazie ai farmaci a RNA interferenti e all’arrivo nei prossimi mesi dell’acido bempedoico, alle terapie rivoluzionarie dello scompenso cardiaco con le glifozine, capaci di cambiare la storia della malattia indipendentemente dalla gravità e dalla presenza del diabete, fino a interventi sempre meno invasivi e di frontiera che arrivano alla recente cura della valvola tricuspide. Il 2023 si preannuncia come l’anno di svolta per la cura del cuore: siamo proiettati infatti verso la “sconfitta” del colesterolo cattivo e dello scompenso cardiaco, grazie a nuovi farmaci sempre più efficaci e ben tollerati. È quanto rivelano gli esperti della Società Italiana di Cardiologia (SIC).
Ma il futuro del cuore lo avremo sempre di più anche in tasca, grazie agli smartphone sempre più sentinelle di salute, ma anche “coach” che ci aiuteranno a prevenire le malattie cardiovascolari, fino agli algoritmi di intelligenza artificiale che segneranno sempre di più la pratica clinica cardiologica per diagnosi maggiormente su misura e accurate. “Il futuro della cardiologia sarà sempre più segnato da tecnologie intelligenti – spiega Indolfi –.
Già oggi possiamo valutare molto meglio i fattori di rischio cardiovascolare di ciascun paziente utilizzando parametri
che possono essere rilevati dagli smartphone che ormai tutti o quasi possiedono. Il grado di attività fisica, per esempio, può essere stimato in maniera molto accurata con gli accelerometri e i contapassi del telefonino.
Inoltre, esistono già sensori indossabili che possono monitorare la frequenza cardiaca o la glicemia e che possono inviare i dati al telefono, mentre si prevede che nel 2023 crescerà ancora di più anche la diffusione di test di imaging o molecolari, per valutare ulteriori elementi di pericolo cardiovascolare, come la stenosi carotidea o il rischio poligenico, così da ottenere profili di rischio sempre più precisi e personalizzati”.
“È ormai dimostrato che gli smartphone possono diventare anche veri e propri coach digitali che ci ricordano di assumere le terapie, di fare abbastanza movimento o di mangiare in maniera corretta”, aggiunge Perrone Filardi -. Un utente medio apre il telefonino 69 volte al giorno: se lo trasformiamo in uno strumento di supporto per la salute
cardiovascolare potrà rivelarsi un vero alleato di salute”.
Anche sul fronte diagnostico la medicina digitale ha fatto registrare grandi progressi e il futuro è monitorare la fibrillazione atriale con un’app. “Secondo uno studio presentato al congresso europeo (eBRAVE-AF) lo screening con lo smartphone individua più del doppio dei casi di aritmia cardiaca spesso asintomatica, rispetto a quello effettuato con sistemi tradizionali – dichiarano gli esperti -. Il telefonino è più bravo a riconoscere le anomalie del ritmo cardiaco e a suggerire il ricorso alle più opportune terapie”.
Attualmente l’intelligenza artificiale aiuta lo specialista nell’interpretazione dei dati e delle immagini acquisite tramite Ecg, Tac coronarica o Rm per migliorare ad esempio la valutazione ecocardiografica della funzionalità ventricolare sinistra o della gravità di una stenosi aortica. “La svolta del prossimo futuro sarà quello di integrare questi dati con altri relativi alla storia clinica del paziente per ottenere informazioni personalizzate sulla prognosi, sulla valutazione del rischio di malattie cardiache e sull’impostazione di trattamenti realmente su misura”.
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