L’HIV è passata da essere una patologia che aveva un anno e mezzo di sopravvivenza in fase di AIDS a una sopravvivenza del paziente trattato che è paragonabile a quella di una persona senza HIV.
Tutto questo è stato possibile grazie ai nuovi farmaci, che hanno cambiato la vita di migliaia di persone affette da HIV. Le cose sono cambiate rapidamente dagli anni ’80, quando una diagnosi di AIDS non poteva che avere un esito infausto.
Ci sono quindi ottime notizie in questo campo, ma anche tante ombre. La principale è la disinformazione o meglio la non informazione che ultimamente regna sovrana. E noi sappiamo che se non si conosce una malattia virale, si moltiplicano le occasioni di contrarre l’infezione.
La comunicazione un’arma contro l’HIV
Si è infatti smesso, negli ultimi anni, di parlare di HIV e AIDS e di prevenzione.
E’ sotto gli occhi di tutti che negli ultimi anni sia calata l’attenzione su questo tema. Questo nonostante il fatto che l’Italia da molto tempo sia all’avanguardia nella lotta contro l’HIV.
La soluzione sarebbe semplice: tornare a fare campagne di prevenzione e di comunicazione. Spiegare ai giovani cosa sia questa malattia, come si previene. E aiutare, grazie all’informazione, a combattere lo stigma di questa malattia. Non possiamo e non dobbiamo parlare di AIDS solo il 1 dicembre, quando si celebra la Giornata Mondiale contro l’AIDS.
E da comunicare c’è ancora molto se si pensa che c’è chi crede che esista il vaccino contro l’AIDS e che l’HIV non esista più. Questa mancanza di informazione comporta anche che molte persone siano ammalate senza saperlo, non facendo prevenzione e controlli. Importante è anche la prevenzione e l’informazione che viene fatta nelle scuole.
I numeri dell’HIV.
Nel 2019 sono stati diagnosticati in Italia 2531 casi di nuove infezioni da HIV. Che sono paragonabili a 4,2 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Per combattere questa epidemia, il Ministero della Salute, il 17 marzo del 2021, ha pubblicato un Decreto dal titolo “Misure urgenti per l’offerta anonima e gratuita di test rapidi HIV e per altre IST in ambito non sanitario alla popolazione durante l’emergenza COVID-19”. Per scoprire un maggior numero di infezioni possibili è stato decretato che l’esecuzione dei test rapidi possa essere effettuata anche da operatori non appartenenti alle professioni sanitarie. Ovviamente queste persone dovranno precedentemente essere formate.