Si torna a parlare di malattie reumatiche, spesso malattie invalidanti che possono impattare sulla qualità di vita, compromettere l’attività lavorativa e, talvolta, l’aspettativa di vita nelle persone affette. Illustra il quadro sulle malattie reumatiche il dottor Alen Zabotti, Delegato SIR-Società Italiana di Reumatologia, Regione Friuli-Venezia Giulia, e dirigente medico di Reumatologia presso la Clinica reumatologica, ASU FC, di Udine. L’occasione è il convegno sulle terapie innovative in Friuli Venezia Giulia, organizzato da Motore Sanità a Udine.
Negli ultimi vent’anni – come spiega l’esperto – l’avvento di terapie innovative e mirate ha permesso un progressivo miglioramento nella gestione dei pazienti reumatici: i farmaci biotecnologici e, più recentemente, le piccole molecole targeted hanno permesso di raggiungere elevati tassi di remissione clinica e di controllo della disabilità, tuttavia, ancora oggi una quota significativa di pazienti non raggiunge gli obiettivi terapeutici prefissati.
“Questo dimostra l’importanza di inserire terapie così efficaci in un contesto di gestione del paziente che includa altri elementi che favoriscono il raggiungimento del controllo di malattia e della remissione. In artrite reumatoide, la diagnosi precoce (entro i 6-12 mesi) e il treat to target si sono dimostrati determinanti quanto la scelta della terapia nel raggiungimento della remissione clinica” spiega Alen Zabotti.
Nella Clinica Reumatologica dell’Azienda Sanitaria Universitaria del Friuli Centrale, centro hub identificato dalla regione per la gestione delle malattie reumatiche, 1.247 sono i pazienti afferenti alla Clinica e residenti nella provincia di Udine, in trattamento con farmaci biotecnologici e/o piccole molecole mentre 105 sono in trattamento con terapia off label (pazienti che altrimenti non avrebbero avuto alternative terapeutiche). “La gestione di pazienti affetti da malattie orfane di terapie o non responsivi ai trattamenti convenzionali è una sfida del reumatologo per il presente e per il futuro” come spiega il reumatologo Alen Zabotti.
Non solo terapie. Anche la prevenzione gioca un ruolo fondamentale. Secondo l’esperto, la gestione delle comorbidità, il controllo del peso corporeo e il miglioramento degli stili di vita (inclusa l’attività fisica e la sospensione del fumo) svolgono un ruolo altrettanto importante nel controllo del dolore e dell’infiammazione, sia nei pazienti con diagnosi recente che nei pazienti resistenti alle terapie.
“In Friuli-Venezia Giulia, la diagnosi precoce, la possibilità di accesso precoce alle terapie (incluse le terapie biotecnologiche), la gestione delle comorbidità e di stili di vita che favoriscono il controllo delle malattie reumatiche sono prioritari in ogni centro reumatologico e in ogni équipe sanitaria che prenda in carico il paziente reumatico” prosegue Alen Zabotti. “Inoltre, in casi di pazienti refrattari alle terapie convenzionali o nei casi di malattie in cui non vi sono terapie autorizzate, è possibile l’utilizzo di terapie biotecnologiche o con piccole molecole per indicazioni diverse da quelle per le quali il medicinale è stato autorizzato (utilizzo off-label)” conclude l’esperto.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: Creato in America il più completo atlante al mondo delle mutazioni genetiche umane, In Friuli Venezia Giulia l’intelligenza artificiale individuerà i pazienti a rischio di malattia rara, La regione Lazio in prima fila per la tutela della salute dei cittadini