Le patologie che verranno trattate con questa modalità spaziano in ogni direzione: affezioni respiratorie, cardiocircolatorie, neurologiche, oncologiche e diabete.
In prima linea nelle malattie rare e nella telemedicina. La Toscana mostra una vocazione pionieristica per aver anticipato il percorso nazionale su alcuni temi cruciali, grazie al confronto tra professionisti, ricercatori e associazioni pazienti. Ora, la Regione intende potenziare ulteriormente il proprio impegno attraverso le ultime delibere proposte dall’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini e approvate dalla Giunta.
Da segnalare l’approccio sul versante malattie rare, con quattro interventi principali, si punta sull’importanza della diagnosi, con l’attivazione di screening neonatali. La valutazione precoce di una malattia rara può cambiare infatti la storia naturale della malattia.
In secondo luogo, la Regione si impegna a sostenere la ricerca, studio e sperimentazione di terapie innovative. Questo impegno è stato confermato dai progetti toscani finanziati con 5,5 milioni di euro attraverso il PNRR, progetti selezionati tra i cinquanta a livello nazionale.
L’amministrazione si concentra poi sulla formazione del personale medico-sanitario, al fine di migliorare la qualità dell’assistenza. Quarto punto: potenziare le connessioni con i centri di malattie rare a livello nazionale, europeo e internazionale, al fine di sviluppare strategie comuni, condividere conoscenze ed esperienze.
L’approccio integrato della Regione Toscana punta sulla promozione della conoscenza, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e lo sviluppo di connessioni a livello nazionale e internazionale, nella convinzione di offrire un servizio migliore.
Altra innovazione importante, l’implementazione di un nuovo modello organizzativo per i servizi di telemedicina sul territorio regionale. Ogni distretto toscano sarà dotato di una centrale operativa territoriale (COT) che avrà il compito di coordinare l’assistenza sanitaria e di promuovere un collegamento tra i vari servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali. Questa riorganizzazione prevede anche interventi di interconnessione e la fornitura di dispositivi.
Le patologie che verranno trattate con questa modalità spaziano in ogni direzione: affezioni respiratorie, cardiocircolatorie, neurologiche, oncologiche e diabete. La Regione sottolinea che è fondamentale garantire la possibilità di scambiare in tempo reale tra i professionisti i dati clinici, i referti, le immagini e i registrazioni audio-video relativi ai pazienti. Ogni consulenza a distanza si concluderà con la redazione di un referto che sarà inviato al fascicolo sanitario elettronico del paziente, ma su richiesta potrà essere anche spedito a casa.
Dopo una fase preliminare in cui verrà effettuata l’anamnesi, la diagnosi e la somministrazione della terapia, si prevede l’utilizzo del telemonitoraggio. Questo permette la rilevazione e la trasmissione a distanza di parametri vitali e clinici in modo continuo ed automatico attraverso l’uso di dispositivi sensoriali come saturimetri, elettrocardiografi, bilance, termometri, monitor cardiorespiratori, spirometri e glucometri. La configurazione di questi strumenti può essere personalizzata in base alle indicazioni fornite dal medico curante. I dati raccolti sono registrati presso il domicilio del paziente e inviati in modo continuativo e automatico a una piattaforma di telemedicina, e possono essere resi disponibili agli operatori sanitari su richiesta.
La teleassistenza, infine, si basa sull’interazione a distanza tra il professionista e il paziente o il caregiver attraverso videochiamate, alle quali possono essere aggiunti dati, referti o immagini in caso di necessità.
L’obiettivo dichiarato della Regione Toscana è quello di migliorare la qualità dell’assistenza ai pazienti. Come spiega l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini, “alla prima visita in presenza seguirà un percorso teleassistito. L’obiettivo è di attivare entro quest’anno almeno un progetto di telemedicina in ogni azienda, arrivando ad assistere nei prossimi tre anni almeno 200.000 persone, con particolare attenzione ai pazienti cronici”.
Questa innovazione organizzativa nei servizi di telemedicina rappresenta un passo avanti significativo nella cura e nell’assistenza, permettendo un monitoraggio costante delle persone in cura, e una più agevole interconnessione. Si apre quindi una nuova era nella gestione delle patologie più comuni, garantendo un’assistenza più efficiente e personalizzata per un numero sempre maggiore di persone.
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