Rimborsi insufficienti per l’intervento di cataratta e pochi investimenti su iniezioni per la maculopatia. Ma non mancano le novità: progressi nella terapia del glaucoma, intanto avanza l’Intelligenza Artificiale
Le cure oculistiche rischiano di uscire, di fatto, dal servizio sanitario nazionale o non garantire a tutti i cittadini uguali opportunità di cura a causa delle risorse insufficienti. È l’allarme che arriva dal congresso della Società Italiana Scienze Oftalmologiche (Siso) tenutosi a Roma.
La preoccupazione degli esperti è forte e sono numerosi i casi in cui i cittadini stanno sperimentando le conseguenze delle insufficienti risorse. La maculopatia, per esempio. È una malattia che colpisce un anziano su tre dopo i 75 anni, cioè il 2% della popolazione: se non trattata tempestivamente causa la perdita della visione centrale e impedisce le attività più semplici come leggere, guardare la Tv, guidare. Oggi si può controllare rallentandone la progressione (e recuperando parte del visus) grazie a iniezioni intravitreali che frenano la degenerazione della macula. L’Italia, però, è il Paese all’ultimo posto in Europa per somministrazione di questa terapia.