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La fotografia come terapia per gli adolescenti con disturbi psicologici

Esploriamo il potere terapeutico delle immagini nei progetti medici e psicoterapeutici con la Dottoressa Adelia Lucattini

Gli studi scientifici dimostrano il potere delle immagini in progetti medici, psicoterapeutici e sociali. Diverse ricerche significative evidenziano l’efficacia della fotografia come strumento terapeutico. In questa intervista di oggi, vediamo come la fotografia può aiutare gli adolescenti che soffrono di disturbi psicologici. Quali sono i processi alla base di questo approccio terapeutico? Quali miglioramenti possono esserci nei giovani che hanno utilizzato la fotografia come parte della loro terapia? Quali i cambiamenti più significativi? Di questo e molto altro ancora ne parliamo con la Dottoressa Adelia Lucattini, Psichiatra e Psicoanalista Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana.

Dottoressa Lucattini, può spiegarci come la fotografia può aiutare gli adolescenti che soffrono di disturbi psicologici? Quali sono i processi alla base di questo approccio terapeutico?

“Gli studi scientifici dimostrano il potere delle immagini nel favorire la crescita individuale e in progetti medici, psicodinamici e psicoanalitici e sociali. La fotografia, oltre ad essere utilizzata come metodo creativo, promuove la fantasia artistica, lo sviluppo personale, l’integrazione delle storie di vita individuali e di gruppo, lo sviluppo dell’autostima e dell’empowerment, ovvero l’insieme di azioni e interventi mirati a rafforzare il potere di scelta degli individui e ad aumentarne poteri e responsabilità, migliorandone competenze e conoscenze. Per questo, diventa molto importante anche per aiutare gli adolescenti che soffrono di disturbi psicologici, secondo dati dell’OMS il 20% degli adolescenti tra i 13 e 17 anni. La fotografia come forma artistica favorisce lo sviluppo psicologico, emotivo, relazionale. Può essere usata anche come tecnica complementare nelle terapie integrate rivolte agli adolescenti con disturbi psicologici, anche importanti. Benché l’origine della fotografia come strumento terapeutico risalga all’inizio del XX secolo, è ancora utilizzata prevalentemente in progetti-pilota, distribuiti sul territorio nazionale a macchia di leopardo. ll potere delle immagini è scientificamente comprovato in progetti medici e sociali nell’ambito dell’arteterapia. Questo strumento mette in contatto efficacemente gli individui con le proprie aree mentali più profonde, inconsce, emotive e anche spirituali. Infatti, le macchine fotografiche, digitali o analogiche (col rullino), portano a lavorare con maggior lentezza e riflessività. Inoltre, hanno costi accessibili a chiunque, fatto molto importante per gli adolescenti e le loro famiglie. La fotografia è per tutti e non è elitaria”.

Gli studi scientifici dimostrano il potere delle immagini in progetti medici e sociali. Può parlarci di alcune delle ricerche più significative che evidenziano l’efficacia della fotografia come strumento terapeutico?

“L’alfabetizzazione visiva non è un concetto educativo nuovo; tuttavia, la sua inclusione più formale nel curriculum scolastico non è ancora avvenuta. A tal proposito, esiste un’interessante letteratura scientifica di riferimento. Pensiamo a ricerche condotte da Messaris (1994) e Raney (1999). Le definizioni di alfabetizzazione visiva in riferimento proprio alla fotografia, possono essere varie ed ampie, consentendo all’adolescente di sviluppare la sua capacità di saper cogliere e interpretare un significato ed essere fiducioso nell’utilizzare le immagini in modo corretto e allo stesso tempo, creativo. Una ricerca recente pubblicata su Frontiers in Psychiatry, ha evidenziato che l’intervento fotografico su adolescenti di età media di 15 anni, ha avuto vari effetti benefici sulle emozioni e su funzionamento globale della loro personalità. Il confronto sia con il gruppo che sociale favorito dalla fotografia, è risultato un po’ più vantaggioso nei ragazzi che nelle ragazze, sempre tenendo presente la psicopatologia e la capacità di far fronte agli eventi stressanti (coping) dei giovani partecipanti allo studio”.

Nel suo lavoro, ha osservato dei miglioramenti significativi nei giovani che hanno utilizzato la fotografia come parte della loro terapia? Se sì, quali sono stati i cambiamenti più notevoli?

“L’arte come linguaggio espressivo e la fotografia è una delle sue forme, insieme alla terapia psicoanalitica, offre un altro vertice di osservazione ed è un aspetto tecnico all’interno della relazione terapeutica. Gli adolescenti svolgono queste attività su propria iniziativa, diversamente dal Servizio Pubblico in cui sono attività proposte dall’équipe dei curanti in cui vi sono i tecnici della riabilitazione e fotografi professionisti. In tutti i casi, la fotografia è vissuta dagli adolescenti, come una forma di comunicazione sana, non minacciosa, di cui hanno il controllo, in cui i pensieri e le immagini hanno una loro espressione tangibile nella realtà. La fotografia è antidepressiva. Nel fotografare, rielaborare, esporre, gli adolescenti si sentono protagonisti e artefici, superano le loro paure di esporsi, affrontano meglio le difficoltà, fanno gruppo e creano nuovi gruppi, gruppi di lavoro che hanno come obbiettivo comune la fotografia. Questo modo di stare ed essere insieme rimane come esperienza costruttiva e come stile relazionale anche nell’età adulta, quando si troveranno in gruppi di studio, di ricerca e di lavoro”.

Considerando l’importanza dell’alfabetizzazione visiva, pensa che dovrebbe essere integrata più formalmente nel curriculum scolastico? Quali benefici potrebbe portare agli studenti in termini di sviluppo psicologico ed emotivo?

“L’alfabetizzazione visiva comprende la capacità di trovare, interpretare, valutare, utilizzare e creare in modo efficace immagini e media visivi. Dovrebbe iniziare alla Scuola dell’Infanzia ed essere un insegnamento curricolare fin dalla Scuola Primaria, con l’ausilio di un fotografo/a professionista, come accade per la musica (coro). Quando gli alunni sono in grado di “leggere” le immagini, possono comprendere anche un testo scritto in modo più immediato e approfondito, e ampliarne creativamente il significato. Quando gli studenti con il tempo, l’apprendimento e la maturazione, imparano a descrivere ciò che vedono, fanno osservazioni, interpretano le immagini, associano liberamente (inconsciamente), stabiliscono connessioni più profonde. Poiché le immagini parlano direttamente all’inconscio, attraverso l’educazione visiva le immagini assumono significati e un senso che favorisce il pensiero astratto, la capacità di affrontare anche altri contenuti in modo più diretto, semplice, immediato, sviluppano il pensiero. Gli adolescenti attingono alle loro capacità di pensiero critico per dare un senso a ciò che vedono e imparano ad osservare particolari che prima non vedevano o trascuravano”.

L’estate e le vacanze potrebbero essere un’occasione imperdibile per imparare a fotografare, fare corsi e sperimentare nuove tecniche fotografiche?

“L’estate e le vacanze sono un periodo speciale, libero da impegni di studio, in cui imparare a fotografare, scegliere dei corsi, sperimentare. La fotografia è un’attività divertente e stimolante che cattura i momenti speciali e consolida i ricordi, un’esperienza bella da vivere in gruppo, in compagnia degli amici e con i propri familiari. Il processo fotografico, la scelta del soggetto, la ricerca della giusta inquadratura, il tipo di scatto, è lo stesso, durante l’infanzia, nell’adolescenza e negli adulti: attenzione, concentrazione, curiosità, ricerca del bello sono esperienze che arricchiscono, vivacizzano, infondono piacere e vitalità, che emozionano. In tutti, sviluppa una maggiore capacità di espressione, conoscenza di se stessi, esplorazione dell’ambiente e dei coetanei, a ogni età. Inoltre, educa i bambini e gli adolescenti all’uso responsabile degli strumenti tecnologici, considerato che ormai le fotografie sono quasi sempre scattate con lo smartphone, con una percezione autentica del valore e del potenziale delle immagini. Allontana dal cattivo uso, come vediamo nel cyberbullismo e in tante altre forme di uso patologico delle immagini e del web. La condivisione con i genitori, fratelli e familiari influenza positivamente le relazioni e il clima in famiglia. La psicoanalisi e la fotografia sono profondamente intrecciate; si guardano e si ascoltano, creano quadri psichici, intimi e tangibili (le fotografie si possono anche stampare), efficaci e trasformabili, con risultati positivi e ricchi di potenzialità, promettenti. Suddetto connubio, attraverso l’educazione e la formazione, consente, oltre alla crescita personale e il buon sviluppo psicologico, anche una trasformazione più ampia, gruppale e sociale”.

Quali consigli si sente di dare al riguardo?

“In sintesi:

– l’esperienza di fotografare aiuta a fissare il presente, amplia la visione delle cose e offre più opportunità nel futuro, anche di lavoro;

– imparare a fotografare ed entrare a far parte di gruppi di appassionati, fa entrare in contatto con un’ampia varietà di persone e di arricchire con preziose conoscenze da condividere con gli altri;

– la fotografia stimola a conoscersi meglio, a sviluppare i propri desideri e affinare i propri gusti. È uno strumento efficace per diventare più sicuri, superare incertezze e paure, poiché mette in contatto emotivo profondo con se stessi parlando la lingua per immagini e sensazioni del nostro inconscio;

– fotografare è antidepressivo, è sempre approfittarne, conoscendola e imparandola. Lavorare sulle immagini è piacevole, divertente, esprime il proprio punto di vista;

– utilizzare le vacanze per frequentare un corso di fotografia, è senz’altro un bel modo di trascorrere il tempo estivo. La tecnica, una volta appresa, non solo non si dimentica, ma si affina con il tempo;

– è importante che la scuola dia spazio all’alfabetizzazione e all’educazione visiva. È una ricchezza per alunni e studenti, ma lo è anche per gli insegnanti che possono attraverso un’attività creativa, aprire spazi di dialogo, forme di comunicazione, vicinanza emotiva con gli studenti all’interno di un gruppo di lavoro. Suddetta attività ha uno scopo preciso: imparare il metodo e la tecnica fotografica, apprendere ad osservare la realtà da un punto di vista diverso e imparare a rappresentarla attraverso la fotografia”.

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