Intervista a Leonardo De Luca, Vice Presidente ANMCO
Oltre 224mila decessi in un anno, circa 600 al giorno, e più di un milione di pazienti ad alto rischio che, in otto casi su dieci, non raggiungono gli obiettivi di sicurezza stabiliti dalle linee guida internazionali. Questi numeri delineano l’impatto delle malattie cardiovascolari in Italia e sottolineano l’importanza della prevenzione. Si stima che 47mila decessi potrebbero essere evitati con un semplice controllo della colesterolemia. Inoltre, molte altre vite potrebbero essere salvate intervenendo efficacemente su circa l’1% della popolazione affetta da ipercolesterolemia genetica la quale, se non trattata, presenta un alto rischio di morbilità e mortalità precoce (sotto i 50-55 anni).
Di questi temi si è discusso durante l’incontro organizzato da Motore Sanità, in collaborazione con la Società Italiana Studi sull’Arteriosclerosi (SISA). L’evento ha coinvolto i principali esperti del settore in un dibattito che ha evidenziato la necessità di affrontare le malattie cardiovascolari con una visione sistemica, colmando il divario tra la velocità della ricerca, le evidenze scientifiche e la loro applicazione pratica nei processi assistenziali. L’obiettivo è duplice: ridurre morbilità e mortalità e, al contempo, contenere i costi per il Servizio Sanitario Nazionale, che per il solo colesterolo ammontano a circa 16 miliardi di euro l’anno.
Leonardo De Luca, Vice Presidente ANMCO, ha spiegato: “Prevenire gli eventi cardiovascolari in pazienti che non hanno ancora avuto esperienze di questo tipo è fondamentale. Le strategie di prevenzione primaria includono la modifica dello stile di vita: adottare un’alimentazione sana, abolire il fumo e ridurre i fattori di rischio noti, primo tra tutti il colesterolo LDL, definito ormai un fattore causale di malattie cardiovascolari, soprattutto aterosclerotiche. Esiste una relazione diretta tra l’aumento del colesterolo LDL e l’incremento degli eventi cardiovascolari, primo fra tutti l’infarto miocardico. È importante anche mantenere la pressione arteriosa entro i range raccomandati e trattare o prevenire il diabete mellito. Oggi disponiamo di numerosi trattamenti farmacologici e non, che permettono di ridurre significativamente il rischio di eventi cardiovascolari futuri”.
De Luca ha inoltre illustrato la situazione attuale: “Le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte in Italia, Europa e nei paesi industrializzati. In Italia, si registrano circa 200-250mila infarti miocardici all’anno, con una gestione intraospedaliera che è notevolmente migliorata. Nei centri specialistici cardiologici, la mortalità intraospedaliera è ora intorno al 2%, la più bassa di sempre rispetto ai dati degli ultimi 25 anni. Tuttavia, è essenziale potenziare la prevenzione primaria e secondaria, ottimizzando terapie e strumenti non farmacologici per ridurre la ricorrenza degli eventi cardiovascolari, che resta ancora molto alta. L’attenzione deve quindi essere rivolta anche alla gestione post-ospedaliera e al follow-up a lungo termine”.
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