Esperti e istituzioni lanciano l’allarme al congresso di Fondazione Onda: serve un approccio integrato e inclusivo per affrontare l’emergenza ambientale e sanitaria
L’inquinamento e i cambiamenti climatici non sono più soltanto una questione ambientale: sono una vera emergenza sanitaria e sociale, che impatta in modo profondo e differenziato sulla salute fisica e mentale delle persone. È quanto emerso con forza dalla IX edizione del Congresso nazionale di Fondazione Onda ETS, in programma nei giorni 24 e 25 settembre in modalità virtuale, e presentato con una conferenza stampa dedicata all’indagine “Inquinamento e cambiamenti climatici: l’impatto sulla salute in ottica di genere”, realizzata da Elma Research su un campione di 2.552 italiani.
I dati sono eloquenti: tre italiani su quattro considerano il cambiamento climatico e l’inquinamento tra le minacce più gravi per il futuro. Il 90% riconosce un legame diretto con la salute, soprattutto per patologie respiratorie, oncologiche e dermatologiche. Ma il dato più inquietante riguarda la sfera psicologica: il 60% degli intervistati dichiara di provare ansia o stress pensando ai problemi ambientali, e il 64% prova paura e angoscia di fronte a eventi climatici estremi. Un fenomeno che ha un nome: “climate anxiety” o “solastalgia”, e che colpisce in particolare giovani e donne.
«Siamo entrati nell’era dell’ebollizione globale», ha commentato Claudio Mencacci, Co-Presidente della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia e Presidente del Comitato Scientifico di Fondazione Onda ETS. «Le polveri sottili colpiscono tutto il nostro organismo, provocano mutazioni genetiche, favoriscono tumori, influenzano il cervello e la salute mentale. I dati del 2024 indicano un aumento del rischio di depressione del 16% e dei disturbi d’ansia dell’11%».
La ricerca evidenzia anche un forte divario tra consapevolezza e azione: sebbene il 76% degli italiani tema per il proprio futuro e quello delle nuove generazioni, le azioni concrete restano limitate. «La vera sfida è far sì che la problematica ambientale sia sentita davvero», ha sottolineato Massimo Massagrande, CEO di Elma Research. «Solo così possiamo superare rassegnazione e fatalismo e restituire ai cittadini, soprattutto ai giovani, la fiducia di sentirsi protagonisti».
Il congresso mette al centro anche la prospettiva di genere. Le donne, secondo gli esperti, sono più vulnerabili agli effetti dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, ma anche più attive nel promuovere soluzioni. «Valorizzare il loro ruolo è essenziale per affrontare le sfide ambientali e sanitarie del nostro tempo», ha affermato Roberto Romizi, Presidente dell’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia.
«Nel ventennale della sua attività, Fondazione Onda ETS rinnova l’impegno a promuovere la salute e a sensibilizzare cittadini e istituzioni», ha dichiarato Francesca Merzagora, Presidente della Fondazione. «Educazione, informazione e sensibilizzazione restano strumenti essenziali per costruire comunità più resilienti e consapevoli».
Anche le istituzioni hanno ribadito la necessità di politiche integrate. «L’inquinamento e i cambiamenti climatici sono una priorità sanitaria», ha detto la Senatrice Elena Murelli. «Servono strategie che tengano conto delle differenze di genere e della vulnerabilità di alcune fasce della popolazione». La Senatrice Elisa Pirro ha aggiunto: «Politica e ricerca scientifica devono unirsi per adottare misure efficaci».
Infine, Simonetta Miozzo, Segretaria regionale del Piemonte – SIMG, ha ricordato il ruolo della medicina generale: «Prendersi cura delle persone significa prendersi cura del contesto in cui vivono. La medicina di prossimità, con una prospettiva di genere, è presidio clinico, ambientale e sociale».
Il congresso di Fondazione Onda ETS si conferma così come uno spazio di confronto multidisciplinare, dove la salute incontra l’ambiente, la scienza dialoga con la politica e la consapevolezza si trasforma in azione. Perché il futuro non è già scritto: si costruisce, insieme.





