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Al via la campagna “Indipendente da te” per contrastare la dipendenza da oppiacei

La dipendenza da sostanze psicoattive è un problema di salute globale che non conosce confini. Con un mercato in continua espansione e una crescente incidenza tra la popolazione, la necessità di affrontare il fenomeno si fa sempre più urgente, soprattutto in Europa, dove si stima che circa 83,4 milioni di persone tra i 15 e i 64 anni abbiano fatto uso di sostanze psicoattive, il dibattito sulla dipendenza è più che mai attuale.

Parte da queste premesse la campagna “Indipendente da Te”, presentata a Roma in Senato (foto sotto) in occasione di un evento promosso dalla senatrice Elena Murelli. La campagna si propone di smontare alcuni pregiudizi legati alla dipendenza da oppiacei, riconoscendola come una malattia cronica, recidivante e curabile. La finalità è chiara: educare la collettività, ridurre la discriminazione e facilitare l’accesso ai servizi di cura.



Secondo dati aggiornati citati in conferenza, nei paesi dell’Unione Europea, Norvegia e Turchia, circa 83,4 milioni di persone tra i 15 e i 64 anni (pari al 29% della popolazione) hanno fatto uso di sostanze psicoattive e, nel 2021, 22 milioni di consumatori hanno assunto cannabis, di cui il 71% costituito da giovani tra i 15 e i 34 anni.

Anche in Italia, la dipendenza da sostanze psicoattive è una delle principali sfide sociali e sanitarie. Per sviluppare percorsi di cura efficaci, è fondamentale considerare i pazienti sotto un profilo psicologico, valutando l’effetto delle sostanze sulla personalità e sul contesto sociale, culturale e familiare. Allo stesso tempo, è essenziale sensibilizzare la popolazione sulla dipendenza come patologia cronica, recidivante, curabile e complessa, contrastando lo stigma e promuovendo una corretta informazione.

È alla luce di queste premesse che nasce “Indipendente da te”, campagna di sensibilizzazione la cui mission è prendere in analisi la natura della dipendenza come una malattia cronica con l’obiettivo di educare i cittadini, ridurre la discriminazione e facilitare l’accesso ai servizi di cura. È auspicabile, quindi, che il trattamento e il monitoraggio dei casi clinici vengano affrontati con un approccio multidisciplinare, coinvolgendo medici, farmacisti, psicologi e, in generale, tutte le figure professionali che operano nel settore della salute mentale e delle dipendenze.

Il documento “Indicazioni pratiche per conoscere e gestire la dipendenza da oppiacei”, presentato durante l’evento, mette in evidenza la necessità di un percorso di cura integrato. Tale documento è stato redatto da un board di esperti nazionali e patrocinato da diverse organizzazioni, tra cui la Confederazione Associazioni Regionali di Distretto (C.A.R.D.), Cittadinanzattiva e la Società Italiana di Psichiatria. La loro collaborazione sottolinea l’importanza di un approccio sinergico e coordinato nella gestione delle dipendenze, in grado di garantire un’assistenza completa e personalizzata.

La senatrice Murelli ha ribadito l’importanza di una collaborazione tra il sistema pubblico e la rete privata sociale del Terzo settore nella presa in carico dei pazienti. “Abbiamo deciso di lanciare questa campagna – ha affermato – perché il nostro approccio deve essere completo, dalla gestione del disagio fino alla cura. È fondamentale essere al fianco del paziente, far emergere le problematiche legate alla formazione dei professionisti e, soprattutto, intercettare i giovani tramite campagne social”.

La campagna si avvale di strumenti accessibili, tra cui un sito web dedicato e una presenza attiva sui social media. Attraverso questi canali, verrà distribuito materiale informativo che contribuirà a sensibilizzare la cittadinanza sui temi legati alla dipendenza, promuovendo un’informazione corretta e scientificamente fondata.

Sarah Vecchio, direttore Ser.D – Servizio per le Dipendenze ASL di Novara, ha sottolineato l’importanza dei Servizi per le Dipendenze nel sistema sanitario attuale. “I Servizi per le Dipendenze sono fondamentali, poiché offrono un approccio multispecialistico che copre tutte le fasi del trattamento, dalla prevenzione alla riabilitazione. È cruciale integrare i servizi con la ricerca scientifica e garantire una continuità terapeutica tra territorio e comunità”, ha affermato. La carenza di personale e di risorse rende necessario ripensare gli interventi implementando nuove strategie di formazione.

Vediamo ora le strategie di sensibilizzazione e il ruolo delle istituzioni nel garantire un supporto adeguato. La questione della dipendenza, in particolare quella da oppiacei, richiede un approccio innovativo integrato. Come evidenziato da Augusto Consoli, Neuropsichiatra infantile e Presidente nazionale SITD Consumo e Dipendenza, il fenomeno deve essere collocato in un contesto sociale in continuo cambiamento, dove la normalizzazione del consumo di sostanze psicoattive tende a nascondere comportamenti problematici. Questo porta a un incremento della necessità di azioni di sensibilizzazione, capaci di informare la popolazione sulla vera natura e le conseguenze della dipendenza.

Le istituzioni hanno un ruolo chiave. È fondamentale che gli enti pubblici e le organizzazioni sanitarie collaborino per creare campagne di sensibilizzazione che contribuiscano a vincere lo stigma. La comunicazione deve essere chiara, diretta e priva di pregiudizi, affinché le persone con problemi di dipendenza si sentano accolte e non giudicate.

I percorsi terapeutici devono essere personalizzati e flessibili, come sottolineato da Roberta Balestra, presidente nazionale FeDerSerD. Ogni individuo ha una storia unica e necessità specifiche. Questo richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga non solo professionisti della salute mentale, ma anche assistenti sociali e educatori, creando una rete di supporto intorno al paziente. Il coinvolgimento delle famiglie è altrettanto cruciale: educare i familiari sui segni e i sintomi della dipendenza, oltre che sulle modalità di supporto, può fare la differenza nel percorso di recupero.

In questo panorama, la formazione continua degli operatori sanitari è di fondamentale importanza. La capacità di riconoscere i diversi tipi di dipendenza e i loro effetti su individui e comunità deve essere costantemente aggiornata, affinché possano fornire un supporto adeguato e informato. Le istituzioni devono investire in corsi di formazione e aggiornamento per garantire che il personale sia sempre pronto ad affrontare le sfide emergenti.

Un ulteriore aspetto da considerare è l’importanza di una rete di servizi esterni, come le comunità terapeutiche, che possono offrire un supporto continuo e personalizzato. Biagio Sciortino, Presidente Nazionale di Intercear e Rappresentante delle comunità terapeutiche, ha evidenziato come la sinergia tra servizi pubblici e comunità terapeutiche sia fondamentale per affrontare la complessità della dipendenza da oppiacei. La collaborazione tra questi attori consente di creare un sistema più efficace e reattivo, in grado di rispondere alle esigenze dei pazienti in modo tempestivo e appropriato.

Infine, è essenziale che le istituzioni si impegnino non solo a garantire trattamenti, ma anche a promuovere una cultura del benessere mentale e della prevenzione. La sensibilizzazione deve iniziare fin dalla giovane età, attraverso programmi nelle scuole e nelle comunità, per educare i più giovani sui rischi associati all’uso di sostanze e sull’importanza di chiedere aiuto quando necessario. Creare un ambiente di supporto e comprensione può contribuire a ridurre il rischio dipendenza e migliorare la salute complessiva della società.

Tra i contenuti consultabili sul sito www.indipendentedate.com segnaliamo il fascicolo “Indicazioni pratiche per conoscere e gestire la dipendenza da oppiacei”, elaborato da un board di esperti nazionali, con il patrocinio di Confederazione Associazioni Regionali di Distretto (C.A.R.D.), Cittadinanzattiva, Centro Lotta alle Dipendenze (CLAD), Federfarma, FeDerSerD, Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (FICT), InterCear, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), Società Italiana di Psichiatria, Società Italiana Patologie da Dipendenza (SIPaD) e Società Italiana Tossicodipendenze (SITD) e realizzato con il supporto non condizionante di Molteni Farmaceutici, azienda italiana, realtà di riferimento nel settore dei trattamenti con oppioidi.

Durante la discussione sono emersi alcuni punti fondamentali che sottolineano l’importanza di un approccio comprensivo e scevro da pregiudizi nella cura della dipendenza. Tra questi:

L’importanza nel valutare i pazienti come persone malate e non “viziosi”;
La necessità di trasferire ai pazienti spiegazioni chiare sulla loro patologia da professionisti competenti;
Il diritto a un trattamento basato su un approccio integrato e personalizzato;
La cura della dipendenza come una malattia cronico-recidivante, con attenzione alla qualità della vita, evitando stigmatizzazioni e garantendo cure adeguate.

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