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Allergie da punture di insetti: fino al 3,6% dei bambini a rischio di reazioni gravi durante l’estate

Con l’arrivo dell’estate e delle attività all’aperto come trekking, campeggio e nuoto, aumenta anche il rischio di essere punti da insetti, in particolare da vespe, api e calabroni.

Con l’arrivo dell’estate e delle attività all’aperto come trekking, campeggio e nuoto, aumenta anche il rischio di essere punti da insetti, in particolare da vespe, api e calabroni. Secondo uno studio condotto dalla Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (Siaip), le reazioni avverse al veleno di imenotteri riguardano una percentuale che varia dallo 0,3% al 3,6% dei bambini. È fondamentale identificare l’insetto responsabile per avviare il percorso diagnostico e terapeutico adeguato.

Il presidente della Siaip, Michele Miraglia del Giudice, spiega che le reazioni sistemiche più comuni, come orticaria, rossore, prurito, pomfi, gonfiore alle palpebre o alle labbra, si verificano nell’1% al 3% dei casi. Riuscire a distinguere il tipo di insetto è importante per definire il trattamento appropriato. La puntura di ape e quella di vespa si distinguono perché il pungiglione dell’ape, a differenza di quello della vespa, rimane infisso nella pelle. È consigliabile rimuoverlo il prima possibile poiché il veleno si diffonde nei primi 10-20 secondi. I calabroni, invece, si riconoscono per le loro dimensioni più grandi e per il dolore intenso causato dalla puntura.

Le reazioni più comuni sono di tipo locale, come arrossamento, gonfiore, dolore e prurito. Questi sintomi possono durare diversi giorni. Le reazioni locali estese si sviluppano di solito da 6 a 12 ore dopo la puntura, aumentano di dimensioni per 24-48 ore e possono persistere da 5 a 10 giorni o più. Solitamente, richiedono solo un trattamento sintomatico con impacchi freddi, analgesici orali o antistaminici e/o con steroidi locali per ridurre l’infiammazione.

Tuttavia, in circa dell’1% al 3% dei casi, i bambini possono manifestare una reazione allergica alle punture di insetti che può variare da lieve a potenzialmente pericolosa per la vita. Queste reazioni possono coinvolgere diversi sistemi del corpo, come la pelle, il tratto gastrointestinale, le vie respiratorie, il sistema nervoso e il sistema cardiovascolare. Cristiana Indolfi, pediatra allergologa presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e segretaria della Siaip, sottolinea che la manifestazione clinica più grave delle reazioni allergiche mediate dalle immunoglobuline IgE è l’anafilassi. In questi casi, è fondamentale portare il bambino al pronto soccorso, dove sarà praticata un’iniezione di adrenalina intramuscolare. Per tutti i pazienti con una storia di reazione sistemica al veleno di imenottero, si raccomanda di rivolgersi a un centro allergologico specializzato.

In attesa di una valutazione specialistica allergologica pediatrica, è importante prendere precauzioni per evitare il rischio di ulteriori reazioni gravi. È consigliabile prescrivere un piano terapeutico che includa l’adrenalina autoiniettabile e proteggere i bambini con regole semplici ma importanti. La Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica sottolinea l’importanza di sensibilizzare sull’argomento e di fornire informazioni chiare ai genitori affinché siano consapevoli dei rischi legati alle punture di insetti e sappiano come agire in caso di reazioni avverse.

In conclusione, durante l’estate, quando le attività all’aperto aumentano, è essenziale prestare attenzione alle punture di insetti, in particolare di vespe, api e calabroni, poiché una percentuale significativa di bambini può sviluppare reazioni avverse, anche gravi. Riconoscere l’insetto responsabile e adottare misure preventive adeguate, come la prescrizione di un piano terapeutico e l’uso di adrenalina autoiniettabile, possono contribuire a garantire la sicurezza e il benessere dei bambini durante le loro attività estive.

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