Le modalità della comunicazione come elemento chiave per affrontare le riorganizzazioni che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) deve intraprendere. A Roma, presso l’Inmi Lazzaro Spallanzani, si è svolta la terza edizione degli Stati Generali della comunicazione per la salute, un evento che ha messo in luce la necessità di dare vita a una narrazione più realistica e costruttiva riguardo alle eccellenze in medicina. Si avverte l’esigenza di un cambio di stile, come espresso nel claim della giornata di studi: “Contro narrazione. La comunicazione che fa buona sanità”. In questa sede si sono riuniti esperti, politici e rappresentanti del settore per discutere di un tema che tocca profondamente la vita quotidiana della gente.
Le problematiche del servizio sanitario pubblico sono note: lunghe liste d’attesa, affollamento nei presidi di pronto soccorso (ingolfati di codici bianchi e accessi impropri), violenza contro gli operatori sanitari e la necessità di promuovere una informazione oggi purtroppo inquinata dalle tante bufale che attraversano il web. Questi temi, secondo i dirigenti delle aziende sanitarie, sono spesso raccontati focalizzandosi sulle criticità senza offrire una visione equilibrata delle eccellenze e dei miglioramenti in atto. L’evento ha provato a ribaltare questa narrazione, ponendo l’accento sulla necessità di comunicare i successi della sanità italiana, che vanta esiti tra i migliori al mondo in termini di aspettativa di vita.
L’intervento di Orazio Schillaci ha aperto il dibattito, il ministro sottolinea l’urgenza di una alfabetizzazione sanitaria per contrastare le disuguaglianze e le fake news che circolano a ogni livello. La trasparenza, il dialogo e la fiducia sono stati identificati come pilastri per ristabilire una relazione di fiducia tra cittadini e istituzioni. In un contesto in cui la disinformazione può avere conseguenze gravi, è essenziale veicolare informazioni corrette, necessarie per fare scelte consapevoli in materia di salute.
Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha condiviso una visione critica della situazione attuale, evidenziando come certe anomalie e distorsioni nella narrazione siano indicative di una “mancanza di visione” da parte della politica. La comunicazione non deve limitarsi a informare, ma deve anche ascoltare e intercettare i disagi della popolazione. Questa duplice funzione della comunicazione è fondamentale per costruire un sistema sanitario che risponda realmente ai bisogni dei cittadini.
Filippo d’Adda, presidente Federsanità, ha rimarcato l’importanza di colmare i cosiddetti “vuoti comunicativi”. La governance della salute, ha affermato, deve promuovere nei pazienti idee e comportamenti che garantiscano non solo la propria salute, ma anche quella altrui. In un’epoca in cui il digitale gioca un ruolo sempre più centrale, è necessario che la comunicazione sanitaria si evolva, utilizzando strumenti moderni per raggiungere un pubblico più ampio e diversificato.
Cristina Matranga, commissario straordinaria dello Spallanzani, ha fatto eco a queste affermazioni, sottolineando che l’Italia ha un’aspettativa di vita tra le più alte al mondo e che è fondamentale comunicare i lati positivi del nostro sistema sanitario. “Dobbiamo lavorare sulla nostra capacità di comunicare una sanità positiva che esiste”, ha affermato, richiamando l’attenzione sulla responsabilità di tutti, dai professionisti del settore alle istituzioni, nel costruire una narrativa che incoraggi la fiducia e l’ottimismo.
Un’indagine condotta dall’Istituto Piepoli ha rivelato che la sanità è la principale priorità per il 25% degli italiani e per il 30% dei giovani, con le liste d’attesa che risultano il problema più sentito da una persona su due. Questi dati offrono spunti di riflessione su come la comunicazione possa influenzare le percezioni e le aspettative dei cittadini. I dirigenti sanitari hanno discusso anche della crescente violenza contro gli operatori, un fenomeno preoccupante che richiede interventi urgenti, sia legislativi che culturali.
Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO), ha evidenziato la necessità di una riforma che depenalizzi la colpa medica. “Il diritto al risarcimento è assolutamente giusto. Ma su 35mila azioni legali, il 97% porta all’archiviazione. Non comprendiamo il senso di un’accusa penale che aggrava le spese e mortifica il professionista”, ha dichiarato. Questa situazione non solo influisce sul morale degli operatori sanitari, ma ha anche ripercussioni sulla qualità dell’assistenza offerta ai pazienti.
In definitiva, gli Stati Generali della comunicazione per la salute hanno messo in evidenza la necessità di un cambio di paradigma nella narrazione della sanità italiana. La comunicazione deve diventare un alleato strategico per costruire un Servizio Sanitario Nazionale che non solo risponde alle crisi, ma che celebra anche le sue conquiste. La via da seguire è chiara: ascoltare, informare e, soprattutto, narrare in modo positivo e costruttivo. Solo in questo modo sarà possibile riavvicinare i cittadini alle istituzioni sanitarie e costruire un futuro in cui la salute sia non solo un diritto, ma anche un valore condiviso.