È in crescita il numero di eventi di running. È un fenomeno che si sta registrando negli ultimi anni. Non si tratta di competizioni di élite, ma di eventi a cui prendono parte centinaia di persone comuni. Spesso sono caratterizzate da lunghe distanze e alcune di queste sono realizzate anche in condizioni proibitive.
Negli ultimi anni, specie con la pandemia, abbiamo assistito a un fenomeno nuovo: è esploso il numero di eventi di running. Non si tratta di competizioni di élite, ma di eventi a cui prendono parte centinaia di persone comuni. Spesso sono caratterizzate da lunghe distanze e alcune di queste sono realizzate anche in condizioni proibitive.
Per citarne qualcuna, la Badwater Ultramarathon che si corre per 135km nella Death Valley; la Polar Circle Marathon, che si corre proprio oggi e domani in Groenlandia; la maratona che si corre sul passo del Khunjerab, in Pakistan, a 4.700 metri.
“Anche senza arrivare a questi appuntamenti estremi, il cambiamento climatico, con l’innalzamento delle temperature, sta rendendo sempre più comune confrontarsi con l’attività fisica a temperature elevate”, dice Paolo Emilio Adami, Medical Manager of the Health and Science Department of World Athletic, al X Congresso della European Initiative for Exercise in Medicine (EIEIM), partner di Exercise is Medicine (EIM), l’iniziativa sanitaria globale gestita dall’American College of Sports Medicine (ACSM) che si prefigge di rendere la valutazione e la promozione dell’attività fisica uno standard nell’assistenza sanitaria.
“Tutto ciò pone l’attenzione su un aspetto spesso sottovalutato dell’attività fisica: quello del rapporto con il clima e con la necessità di mantenere una temperatura ottimale dell’organismo” prosegue Paolo Emilio Adami.
Che fare dunque? Specie se si deve affrontare un impegno fisico con condizioni non ottimali? Per Paolo Emilio Adami è fondamentale “studiare le condizioni ambientali, imparare ad ascoltare i segnali di allarme lanciati dal proprio corpo, testare prima (per esempio durante l’allenamento) strategie di raffreddamento (o riscaldamento)”.
“Anche se non sempre è possibile farlo, sarebbe importante acclimatarsi allenandosi nel posto (o almeno nelle condizioni) della gara”. Infine, ricorda l’esperto, occorre fare attenzione ai farmaci: molti incidono sui processi biologici che regolano la temperatura: per esempio gli stimolanti o gli antidolorifici” conclude Adami.
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