L’emergenza sanitaria creata dal virus SARS-COV-2 ha messo sotto stress tutti gli ambiti della sanità e tutti i lavoratori che operano nel campo della salute ed i farmacisti non sono esclusi.
Infatti, nonostante il lockdown e tutte le restrizioni dei primi tre mesi di pandemie le farmacie sono rimaste sempre aperte per offrire un presidio sanitario a chi ne necessitava anzi in molte regioni sono andate oltre accordandosi con le istituzioni ospedaliere per rendere accessibili, attraverso i propri punti vendita, i farmaci che normalmente possono essere ritirati solo presso strutture ospedaliere specializzate.
Ma come ha impattato la pandemia di Sars-CoV-2 sulle farmacie in Italia? E come questi esercizi sono stati in grado di rispondere ai bisogni di salute di cittadini e comunità? E, ancora, quale è stato il grado di coinvolgimento delle farmacie nella gestione territoriale dell’emergenza?
Quale la propria e altrui percezione nel considerarsi/essere riconosciuti tra i soggetti in prima linea? Quali gli insegnamenti per una sempre più urgente integrazione della farmacia nei Servizi sanitari regionali al fine di potenziare l’assistenza territoriale?
Queste sono alcune delle domande a cui si cercherà di dare risposta grazie all’indagine avviata a fine luglio da Cittadinanzattiva con le farmacie in Italia aderenti al progetto “Rapporto annuale sulla farmacia, presidio di salute sul territorio”, promosso dalla associazione in partnership con Federfarma e con il supporto non condizionato di Teva, giunto alla III annualità.
Per approfondire:
Link alla edizione 2019 – Scarica il II° Rapporto
Link alla edizione 2018 – Scarica il I° Rapporto
L’impegno pluriennale di Cittadinanzattiva in tema di Farmacie