L’Italia porta a casa ancora un triste primato negativo: siamo solo al 14° posto nell’Unione Europea nella classifica dell’Indice sull’uguaglianza di genere, Gender Gap, elaborato da EIGE (European Institute for Gender Equality). Che Gap!
Le posizioni manageriali femminili sono ferme al 28% del totale e la quota si riduce al 19% se consideriamo le posizioni regolate da un contratto da dirigente, seppur il 31% delle imprese stia adottando strategie significative per favorire la convergenza lavorativa tra uomini e donne.
Il Governo ha annunciato l’adozione di una Strategia nazionale 2021-2026 (in coerenza con la Strategia per la parità di genere 2020-2025 adottata dalla Commissione europea per la parità di genere). Questa strategia si propone di raggiungere entro il 2026 l’incremento di 5 punti nella classifica dell’Indice sull’uguaglianza di genere, riducendo significativamente il Gender Gap.
A proposito di Gender Gap, anche in Sanità le donne guadagnano meno degli uomini sia a carriera avviata sia alle prime armi da neolaureati. Significativo è che esistono differenze delle differenze anche tra le varie tipologie di professioni. Per alcune professioni sanitarie, purtroppo quelle ritenute più femminile, il Gender Gap si può invertire anche a favore delle donne … vale per l’Infermieristica, la Pediatria, l’Ostetricia ….
Pensare che a volte basta un piccolo sgravio fiscale per far sì che le Aziende si attivino per ridurre il Gender Gap tra i propri dipendenti e collaboratori. La legge del 1 Gennaio 2022 che ha istituito il Sistema Nazionale di Certificazione della Parità di Genere, ha deliberato uno sgravio fiscale dell’1% per far sì che le Aziende … adottino strategie significative per favorire la convergenza lavorativa tra uomini e donne; favoriscano la genitorialità; investano in ridurre il Gender Gap nella formazione, per la parità dei ruoli e per la parità salariale.
Le grandi e medie imprese che hanno già avviato la transizione verso la sostenibilità e sono a conoscenza del Sistema di Certificazione della parità di genere sono pari al 69%, mentre le piccole si fermano al 57%. Per attivarsi a ridurre il Gender Gap sembra un buon punto di partenza.
Comunque, “La certificazione della parità di genere è uno strumento virtuoso capace di innescare meccanismi dinamici attraverso il raggiungimento di obiettivi che creano valore economico, favoriscono il superamento delle disparità di genere e creano una cultura aziendale e manageriale che armonizza il principio delle pari opportunità”, commenta Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy.
Lascia sempre un po’ di amaro in bocca il fatto che per arrivare ad azioni così “elementari” per ridurre il Gender Gap non sia sufficiente la cultura, le battaglie sostenute da donne, ma anche da uomini, ma serva sempre un piccolo incentivo fiscale.