Liste di attesa, riordino della medicina di famiglia e prevenzione nell’agenda del Ministro
“La riunione di oggi a palazzo Chigi è stata l’occasione per un confronto ampio su diversi temi della sanità a partire dalle liste d’attesa fino ai medici di famiglia. Un Servizio sanitario nazionale più efficiente e soprattutto più equo è obiettivo comune del Governo, delle Regioni e dei partiti di maggioranza per migliorare i servizi ai cittadini”.
È quanto dichiara il Ministro della Salute, Orazio Schillaci. Intanto Giovedì 13 febbraio, alle ore 10, il Ministro della Salute, interverrà al talk show dal titolo “La prevenzione in dieci note” organizzato presso Casa Sanremo dal Ministero della Salute in collaborazione con la Rai e la Direzione artistica del Festival di Sanremo.
All’evento, condotto da Bianca Guaccero e Gabriele Corsi, partecipano esperti del settore, artisti e cantanti, uniti per sostenere l’importanza della prevenzione oncologica e sensibilizzare i cittadini sull’adozione di stili di vita sani. “La prevenzione è sempre una buona musica” è infatti il claim scelto per il talk al quale prenderà parte anche Carlo Conti, Direttore artistico e conduttore del 75° Festival di Sanremo, che nella serata di giovedì dal palco dell’Ariston lancerà un appello al pubblico raccomandando screening e corretti stili di vita per la prevenzione dei tumori e altre gravi malattie.
A Casa Sanremo, insieme al Ministro Schillaci, saranno presenti il direttore generale della Rai, Roberto Sergio ed i cantanti Francesca Alotta, Simone Cristicchi e Irene Buselli. Interverranno in collegamento il Prof. Paolo Ascierto, la Prof.ssa Anna Maria Colao ed il cantante Paolo Vallesi.
Durante il talk verrà proiettato il video prodotto da Rai Teche, in collaborazione con il Ministero della Salute, con brani di Sanremo che nelle varie edizioni hanno toccato il tema della salute. Sarà inoltre proiettata un’infografica con un decalogo di semplici regole per fare prevenzione nel corso di tutte le fasi della vita.
Un’iniziativa che si sposa con la recente costituzione di un intergruppo parlamentare sulla prevenzione accompagnata anch’essa da un video che è stata presentata nei giorni scorsi alla Sala stampa della Camera.
Favorire una governance integrata delle politiche di prevenzione e riduzione del rischio delle principali malattie acute e croniche, rafforzare la prevenzione primaria, agendo sui determinanti di salute, promuovendo politiche di educazione sanitaria e la diffusione della pratica vaccinale, potenziare la prevenzione secondaria, attraverso una rete di screening sistematici, programmi di diagnosi precoce e campagne informative capillari, per intercettare precocemente le patologie e migliorarne la prognosi.
E ancora garantire una prevenzione terziaria efficace, centrata sulla riabilitazione, la gestione delle comorbidità e il miglioramento della qualità di vita di chi convive con malattie croniche o invalidanti. E poi ridurre le disuguaglianze territoriali,promuovere l’informazione e la formazioneper operatori sanitari, decisori politici e cittadini, con l’obiettivo di diffondere buone pratiche e migliorare l’aderenza agli interventi preventivi e di riduzione del danno e incentivare gli investimenti e la ricerca scientificae tecnologicasu nuove strategie preventive e di riduzione del danno.
Sono questi gli obiettivi dell’”Intergruppo Parlamentare sulla prevenzione e riduzione del rischio”, presentato oggi presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati. Composto da Deputati e Senatori eletti nella XIX legislatura, l’Intergruppo si propone come un nuovo spazio di dialogo e azione per affrontare alcune delle sfide più urgenti della sanità pubblica che rappresentano oggi minacce globali per la salute e la sostenibilità del sistema sanitario. L’iniziativa mira a promuovere un approccio integrato e strategicoalla salute, ponendo la prevenzione come pilastro fondamentaledelle politiche sanitarie e sociali del Paese.
«La nascita di questo Intergruppo – spiega il presidente dell’Integruppo, l’Onorevole Gian Antonio Girelli – si propone il non semplice obiettivo di trovare un luogo di confronto tra scienza e politica da cui far partire iniziative concrete, sia normative che di sensibilizzazione sociale, in favore di una vera cultura della prevenzione in tutte le sue accezioni e declinazioni”. Secondo Girelli non va infatti dimenticato che, nel contesto in cui viviamo, l’aumento dell’età media, le trasformazioni di molte patologie gravi in cronicità con le quali poter convivere, le conquiste della ricerca sempre più importanti e performanti, implicano di dover partire dalla prevenzione se vogliamo che il servizio nazionale regga, sia dal punto di vista del diritto universale alla cura, sia dal punto di vista della sostenibilità economica. Insomma creare e sviluppare la cultura dello star bene, del mantenersi in salute, degli stili di vita salutari, delle buone abitudini alimentari, degli screening, dei vaccini, delle diagnosi precoci, del rigore nel seguire i protocolli di cura con il duplice obiettivo di migliorare la salute e spendere meno per le cure di malattie acute e croniche che, per definizione non guariscono. Significa investire in scienza e in prevenzione per risparmiare nella cura. Gestendo, con rigore e capacità, potenzialità quali la gestione dei dati e l’applicazione dell’ intelligenza artificiale. E significa siglare un patto tra operatori pubblici e privati, tra il mondo sanitario e le altre realtà sociali, economiche e associative per perseguire un futuro in salute dove l’obiettivo non è solo avere a disposizione la cura nel momento del bisogno, ma il cercare di fare in modo che la malattia non si manifesti».
Nel mirino patologie che impattano nei numeri vaste fasce di popolazione come l’Obesità i cui numeri (Napoli e provincia hanno i più alti tassi di obesità infantile in Europa) di una minaccia globale. In Italia, 25 milioni di persone vivono in condizioni di sovrappeso o obesità e le complicanze legate all’obesità causano ogni anno 57.000 decessi. L’incremento del tasso di obesità tra i più giovani è un dato preoccupante: nei bambini e negli adolescenti, il tasso è quadruplicato dal 1990 al 2022. Nelle donne, i numeri risultano raddoppiati, mentre tra gli uomini sono triplicati, evidenziando un trend allarmante che necessita di interventi urgenti. Così anche per il l fumoche rappresenta un altro fattore di rischio prevenibile nelle malattie non trasmissibili. Secondo dati ISS i fumatori sono ad oggi circa dodici milioni: un numero ancora troppo elevato, che richiede azioni e risposte concrete, anche perché nell’ultimo decennio la riduzione della curva di prevalenza di fumatori è stata pressoché piatta. La prevenzione dell’inizio del fumo e la promozione della cessazione rimangono le strategie prioritarie per ridurre i rischi correlati al fumo. E poi c’è l’alcol, con 8 milionidi consumatori problematici. Un altro fattore di rischio che va assolutamente contenuto. Con nuove politiche di prevenzione, dimostrano gli studi del professor Francesco Moscone, Componente del Consiglio Scientifico del “Ca’ Foscari Research Hub for Global Challenges”, Coordinatore Research Institute for Social Innovation e Professore Ordinario alla Brunel University, area di Healthcare Management and Wellbeing, potrebbero scaturire risparmi per oltre un miliardo di euro soltanto in costi diretti.
Una transizione da perseguire su due fronti: attraverso incentivi e tramite una comunicazione mirata a promuovere corretti stili di vita. Se ciò accadesse, si ridurrebbero le terapie e le ospedalizzazioni, generando un risparmio significativo per la sanità pubblica. Solo nel passaggio dalla sigaretta ai prodotti alternativi si potrebbero risparmiare 600 milioni di euro l’anno in costi diretti. Se a questo si aggiungessero un consumo più moderato di alcol e una maggiore attività fisica, il risparmio annuale supererebbe il miliardo di euro.
Moscone propone tre misure: «Innanzitutto, una fiscalità che differenzi tra prodotti ad alto rischio, da una parte, e quelli con meno zucchero, meno sale, percentuali di alcol inferiori e prodotti senza fumo, dall’altra. In secondo luogo, una programmazione fiscale, come avviene in Inghilterra, stabile e prevedibile, a beneficio dei consumatori e degli operatori economici. Infine, è necessario promuovere un cambiamento culturale per favorire scelte più consapevoli e salutari da parte della popolazione».
Ridurre le malattie del 40% e vivere 20 anni in più è possibile con interventi di prevenzione primaria, come la promozione di stili di vita sani e l’adozione della pratica vaccinale che possono ridurre del 40% l’incidenza di malattie trasmissibili e non trasmissibili. Un approccio sistemico alla prevenzione, che includa anche la diagnosi precoce e la gestione efficace delle malattie croniche diventa dunque essenziale per migliorare la qualità della vita dei cittadini e garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.
Uno studio dell’American Society for Nutrition, poi, dimostra come seguendo alcune, fondamentali regole, si possa prolungare l’aspettativa di vita fino a 20 anni. La prima regola è essere fisicamente attivi. La seconda: essere liberi dalla dipendenza da oppioidi. E poi: non fumare, saper gestire lo stress, seguire una buona dieta, ed evitare di bere alcolici in maniera eccessiva. Essenziale anche avere una buona igiene del sonno. Ultimo, ma determinante, è avere relazioni sociali positive.