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Il cibo fritto fa male alla salute e secondo un nuovo studio anche alla salute mentale

Il consumo di cibi fritti, come patatine e altri alimenti ricchi di acrilammide può avere effetti negativi sulla salute mentale a lungo termine. Lo rivela uno studio epidemiologico condotto su una popolazione di circa 140.000 persone.

I cibi fritti sono tra gli alimenti più amati e diffusi, ma anche tra i più dannosi per la salute. La frittura è un metodo di cottura che consiste nel riscaldare l’olio o il grasso commestibile a temperature elevate e nel disporre l’alimento da cuocere. Durante questo processo si verificano diversi cambiamenti nella composizione del cibo e dell’olio che possono avere conseguenze negative per l’organismo.

L’assunzione di questi cibi può portare a numerosi effetti negativi sul corpo umano quali:

Aumento di peso: La maggior parte dei cibi fritti sono altamente calorici e ricchi di grassi trasformati, che possono contribuire all’aumento di peso.

Colesterolo alto: I cibi fritti sono spesso ricchi di grassi saturi e colesterolo, che possono aumentare i livelli di colesterolo nel sangue e aumentare il rischio di malattie cardiache.

Problemi digestivi: I cibi fritti possono causare problemi digestivi come bruciore di stomaco, indigestione e mal di stomaco, a causa del loro alto contenuto di grassi e della difficoltà di digerirli.

Rischio di malattie cardiache: Gli alimenti fritti contengono spesso oli idrogenati e grassi saturi che possono aumentare il rischio di malattie cardiache e ictus.

Problemi di pelle: L’assunzione eccessiva di cibi fritti può causare problemi di pelle come l’acne e l’infiammazione a causa della quantità di grassi contenuti in questi alimenti.

Secondo una recente ricerca i danni dell’assunzione di questi cibi non si limita al corpo ma affliggerebbe anche la mente. Infatti, mangiare troppi cibi fritti, in particolare patatine fritte, potrebbe aumentare il rischio di ansia e disturbi depressivi, secondo uno studio condotto all’Università di Zhejiang in Cina. La ricerca ha anche proposto un meccanismo biologico che spiega come i cibi fritti possano influire sulla salute mentale. L’acrilammide, un sottoprodotto del processo di frittura, promuove lo stress ossidativo e la neuroinfiammazione cerebrale, provocando sintomi di ansia e depressione. 

Il consumo di cibi fritti, come patatine e altri alimenti ricchi di acrilammide può avere effetti negativi sulla salute mentale a lungo termine. Lo rivela uno studio epidemiologico condotto su una popolazione di circa 140.000 persone, che ha riscontrato un aumento del rischio di ansia e depressione tra i frequenti consumatori di cibi fritti. Le persone più a rischio sono risultate essere i consumatori maschi e quelli più giovani.

Gli esperti hanno in seguito analizzato i meccanismi sottostanti questa associazione, dimostrando che l’acrilammide, un sottoprodotto del processo di frittura, induce disturbi del metabolismo dei grassi nel cervello e neuroinfiammazione. In particolare, l’esposizione cronica all’acrilammide sembra alterare il metabolismo degli sfingolipidi e dei fosfolipidi, sostanze importanti nello sviluppo dei sintomi ansiosi e depressivi.

Inoltre, l’acrilammide sembra promuovere lo stress ossidativo, che può avere effetti negativi sulla salute mentale, provocando neuroinfiammazione cerebrale.

Insomma, i risultati di questo studio, pubblicato sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health, dimostrano l’importanza di ridurre il consumo di cibi fritti per proteggere la propria salute mentale. L’ansia e la depressione sono disturbi molto diffusi a livello mondiale, e avere una dieta equilibrata e salutare è fondamentale per prevenire questi problemi.

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