Intervista con Alessandro Maiocchi – Bracco e Centro diagnostico italiano
Alla MidSummer School di Motore Sanità, la tre giorni milanese – dal 10 al 12 luglio – che ha chiamato a raccolta clinici, istituzioni, associazioni di pazienti e cittadini attorno ai temi della sanità italiana, l’intelligenza artificiale e il gemello digitale sono stati protagonisti di un interessante intervento del dottor Alessandro Maiocchi, Innovation Hub Director di Bracco e responsabile dell’armonizzazione e integrazione dei dati scientifici per il Centro Diagnostico Italiano.
Se da una parte l’AI è l’ “assistente” che amplifica le capacità cognitive del medico permettendogli di prendere le proprie decisioni tenendo conto di una quantità d’informazione più estesa ma al tempo stesso sintetizzata attraverso algoritmi che ne facilitino la fruizione, il gemello digitale umano consente la creazione di un modello virtuale dettagliato del paziente, che integra dati medici, comportamentali e genetici, permettendo così una diagnosi più precisa, una valutazione del rischio più oggettiva e una scelta terapeutica altamente personalizzata. L’obiettivo è aiutare medici e pazienti a gestire meglio le diverse condizioni possibili.
La personalizzazione delle cure è uno degli obiettivi principali della medicina moderna, e i gemelli digitali umani rappresentano uno strumento fondamentale per raggiungere questo scopo. La loro capacità di integrare e analizzare una vasta gamma di dati rende possibile una gestione sanitaria più efficiente e mirata, con benefici evidenti sia in termini di qualità delle cure che di sostenibilità del sistema sanitario.
Siamo di fronte ad una vera rivoluzione, Dottor Maiocchi…
“Il digital twin e l’intelligenza artificiale rappresentano una rivoluzione nel campo medico, offrendo una rappresentazione olistica e multidimensionale del paziente. Questo approccio permetterà ai medici di prendere decisioni più informate e precise, migliorando significativamente la qualità delle cure e la prevenzione delle malattie, avvicinandoci sempre di più al paradigma della medicina di precisione”.
Ci spiega cos’è il digital twin?
“Il digital twin, o gemello digitale, è una rappresentazione virtuale dettagliata di un sistema reale. Nel contesto sanitario, un digital twin umano integra dati clinici, comportamentali e genetici di un paziente, permettendo una diagnosi più precisa, una valutazione del rischio oggettiva e una scelta terapeutica personalizzata”.
Perché nasce?
“Il digital twin nasce per affrontare la complessità crescente delle cure mediche personalizzate, permettendo di gestire e analizzare una vasta gamma di dati provenienti da diverse fonti. L’obiettivo è migliorare l’efficienza e l’efficacia delle cure, analizzare e stratificare i rischi per il paziente e aumentare la sostenibilità della presa in carico”.
Secondo lei, come cambierà il lavoro del medico?
“Il digital twin cambierà il lavoro del medico fornendo uno strumento di supporto decisionale avanzato. Grazie all’integrazione di dati e all’uso di algoritmi di intelligenza artificiale, i medici potranno prendere decisioni basate su informazioni complete e sintetizzate, migliorando la precisione delle diagnosi e l’efficacia dei trattamenti”.
Quali sono i vantaggi per il cittadino/paziente?
“I vantaggi per il paziente includono diagnosi più accurate e personalizzate, trattamenti più mirati, maggiore prevenzione grazie a valutazioni del rischio più precise, migliore gestione delle patologie croniche e potenziale accesso ai propri dati clinici per un monitoraggio continuo della salute”.
Quali saranno, infine, i progetti futuri attorno al gemello digitale umano?
“I futuri sviluppi del gemello digitale umano includeranno: estensione dell’uso del digital twin anche ai pazienti, permettendo loro di visualizzare e condividere i propri dati clinici; integrazione con dati provenienti da fonti esterne alle strutture sanitarie, per una visione ancora più completa della salute del paziente; sviluppo di modelli predittivi più avanzati per migliorare ulteriormente la medicina preventiva e personalizzata”.
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