Intervista a Enzo Bonora, Professore Ordinario di Endocrinologia, Università di Verona Direttore di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo, AOUI Verona.
“È l’iperglicemia che determina danno d’organo nel diabete”, spiega Enzo Bonora, Professore Ordinario di Endocrinologia, Università di Verona, Direttore di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo, AOUI Verona. “La glicemia va portata a valori vicino al normale perché il concetto “the lower, the better” è ormai ben consolidato. Senza trascurare i picchi post-prandiali e la variabilità glicemica. L’ipoglicemia è una complicanza acuta temibile in chi è trattato con insulina (circa un paziente su 5 fra coloro che hanno diabete tipo 2), o sulfoniluree/glinidi (ancora circa il 25% dei trattati con diabete tipo 2). Va evitata quanto più possibile e va riconosciuta tempestivamente. La glicemia va quindi monitorata con scrupolo in tutte le persone con diabete e 4 misurazioni al mese sono meglio di 1 sola, 2 misurazioni nella giornata sono meglio di 1 sola, 4 misurazioni sono meglio di 2, 8 sono meglio di 4 e così via, fino all’incontrovertibile conclusione che un monitoraraggio continuo è assai più informativo di misurazioni spot. I vari alimenti che compongono la dieta e l’attività fisica, così come stress ed eventi intercorrenti, impattano sulla glicemia e solo misurando quest’ultima se ne ha consapevolezza. La terapia anti-iperglicemizzante influenza la glicemia e la terapia insulinica ancora di più, con una variabilità spesso imprevedibile da giornata a giornata. Bucarsi un dito per misurare la glicemia è doloroso e avere dolore poche volte o mai è incontrovertibilmente più apprezzato che avere dolore spesso. In estrema sintesi: chiunque sia trattato con insulina, anche solo con una iniezione al giorno, dovrebbe avere la possibilità di ricevere dal nostro SSN un sensore glicemico per poter monitorare meglio la sua malattia, al fine di controllare in maniera più efficace la glicemia e, attraverso questo efficace controllo, prevenire o rallentare o arrestare la progressione delle complicanze del diabete”.
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