Se l’Organizzazione mondiale della sanità identifica l’attività fisica come un modo per mantenere la funzione cognitiva, così come dormire bene e a sufficienza in quanto il sonno “buono” massimizza i benefici a lungo termine per la salute cognitiva, i ricercatori dell’University College London (UCL) hanno scoperto che le persone tra i 50 e i 60 anni che svolgevano attività fisiche regolari ma dormivano meno di sei ore a notte avevano un declino
mentale più rapido.
Fare attività fisica fa bene alla salute, è risaputo, in quanto fa bene al corpo e alla mente, ma i suoi
benefici si ripercuotono anche salute mentale. I benefici sono dimostrati soprattutto se chi fa
attività fisica dorme bene e abbastanza. Uno studio pubblicato sulla rivista Lancet Healthy Longevity, evidenzia l’importanza del sonno per proteggersi dal declino cognitivo quando le persone invecchiano. Lo studio ha coinvolto persone tra
i 50 e i 60 anni e ha evidenziato che non se non dormono abbastanza hanno meno probabilità di
vedere i benefici dell’esercizio fisico quando si tratta di proteggersi da un declino mentale, come la
memoria e il pensiero. Gli studiosi hanno scoperto che dopo un decennio, le loro funzioni cognitive, l’attenzione, la memoria e l’apprendimento – erano le stesse di quelli che facevano meno attività
fisica. Secondo l’autrice principale dello studio, la dottoressa Mikaela Bloomberg dell’UCL Institute of Epidemiology & Health Care, lo studio suggerisce che potrebbe essere necessario dormire a sufficienza per ottenere tutti i benefici cognitivi dell’attività fisica e che è importante considerare il sonno e l’attività fisica insieme quando si pensa alla salute cognitiva. Per lo studio il team ha esaminato i dati dell’English Longitudinal Study of Ageing (Elsa) di quasi 9.000 persone di età pari o superiore a 50 anni. La loro funzione cognitiva è stata valutata per un periodo di 10 anni con vari test di memoria e fluidità verbale, nonché attraverso questionari per valutare quanto tempo hanno dormito e se questo è stato inferiore o superiore a sei ore. All’inizio dello studio, coloro che erano più attivi fisicamente avevano anche una migliore funzione cognitiva indipendentemente da quanto tempo dormivano, ma non è stato così nel corso dei 10 anni successivi. Per le persone di età pari o superiore a 70 anni, i benefici dell’esercizio fisico sulla funzione cognitiva sono stati mantenuti, nonostante il sonno breve. Il co-autore Andrew Steptoe, professore dell’UCL Institute of Epidemiology & Health Care, ha spiegato che è importante identificare i fattori che possono proteggere la funzione cognitiva nella vita media e successiva in quanto possono servire a prolungare i nostri anni cognitivamente sani e, per alcune persone, ritardare una diagnosi di demenza.