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Le nuove terapie possono cambiare la vita di un paziente affetto da tumore, ma serve equità di accesso

In questo ultimo decennio la forte spinta della ricerca in campo oncologico sta cancellando passo dopo passo, l’ineluttabile equazione “cancro uguale morte”. L’innovazione terapeutica in sé però non serve se poi il paziente per averne accesso deve ricorrere ai cosiddetti “viaggi della speranza” o rinunciare a queste possibilità terapeutiche. Questo perché il SSN non è omogeneo nell’accesso alle cure e il sempre maggior numero di innovazioni sta acuendo questa disparità tra regioni, soprattutto tra Nord e Sud del Paese.

In questo ultimo decennio la forte spinta della ricerca in campo oncologico sta cancellando passo dopo passo, l’ineluttabile equazione “tumore uguale morte”. Ma lo scenario di innovazione tecnologica che si prospetta nei prossimi anni in molte aree terapeutiche dell’oncologia, è ancora più ricco di contenuti e sta viaggiando ad una velocità straordinaria. L’innovazione terapeutica in sé però non serve se poi il paziente per averne accesso deve ricorrere ai cosiddetti “viaggi della speranza” o rinunciare a queste possibilità terapeutiche.

Questo perché il SSN non è omogeneo nell’accesso alle cure e il sempre maggior numero di innovazioni sta acuendo questa disparità tra regioni, soprattutto tra Nord e Sud del Paese. Di questo ne ha parlato Marcella Marletta, Componente del Comitato Esecutivo FAVO e Presidente Aistom Puglia «Per determinati tipi di tumore fino a qualche anno fa non esisteva cura, oggi le nuove frontiere vedono un cambiamento paradigmatico delle terapie. Tra queste terapie innovative si inserisce la target therapy, il cambiamento passa per la personalizzazione delle cure il che si traduce nel definire le terapie basandosi sulla unicità di ogni singolo paziente. Queste nuove terapie puntano sempre di più sullo studio genomico del paziente – prosegue Marletta – e della sua patologia in modo da poter comprendere e prevedere quanto sarà efficace un determinato trattamento terapeutico. Questo significa che non tutte le persone sono adatte a tutti i tipi di terapia, un uso appropriato delle terapie comporta non solo benefici in termini di salute per i pazienti ma anche un risparmio per il SSN».

È necessario però create equità di accesso alle nuove terapie. «Questi nuovi modelli – prosegue il Presidente Aistom Puglia – sono anche oggetto di moltissime delle nuove normative come quella del novembre 2021 che identifica nei Molecolar Tumor Boards l’organo collegiale preposto a garantire appropriatezza e sicurezza nell’erogazione delle nuove terapie. Va però sottolineato che i Molecolar Tumor Boards non sono presenti in tutte le regioni italiane, questo crea diseguaglianze nell’accesso e nella qualità delle cure erogate. Per garantire standard uguali in tutto il Paese è necessario quindi che tutti i SSR si dotino di questo organo collegiale».

Anche per quanto riguarda i test genomici necessari all’appropriatezza delle cure, e non solo, ci sono problematiche relative all’accesso tra i diversi territori. «Sono stati stanziati dal governo nazionale 20 milioni di Euro. I fondi stanziati, per quanto importanti, però non bastano a rendere i test accessibili in tutte le regioni – conclude Marletta- ma è necessario che i test vengano inseriti all’interno delle valutazioni dei Livelli Essenziali di Assistenza». Uno strumento organizzativo fondamentale per garantire eguaglianza e accessibilità alle cure oncologiche sono le Reti Oncologiche ma anche in questo caso c’è una forte diseguaglianza tra le regioni che ne hanno istituita una e quelle invece ancora sprovviste.

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