Non tutti possono sottoporsi al trapianto di midollo osseo. Sono esclusi gli anziani, per esempio. Il nuovo approccio rappresenta una speranza anche per loro. L’anticorpo CD38-BIONIC prende di mira le cellule staminali della leucemia responsabili della resistenza al trattamento e delle recidive
Un nuovo approccio terapeutico testato in laboratorio e su modelli animali potrebbe rappresentare una speranza per i pazienti con leucemia mieloide acuta che non possono essere sottoposti al trapianto di cellule staminali del midollo osseo, generalmente i più anziani e quelli affetti da forme gravi.
La nuova strategia, descritta su Blood, punta a distruggere lo zoccolo duro del tumore, le cellule staminali della leucemia, le più difficili da eliminare perché capaci di restare in incognito e sfuggire al sistema immunitario.
Quando la leucemia invade il midollo osseo produce cellule del sangue immature, chiamate blasti, che esprimono la proteina CD38 che può essere facilmente riconosciuta e utilizzata come target terapeutico.
Le cellule staminali della leucemia, invece, sono CD38 negative, ossia non mostrano il segno distintivo, e per questa ragione sono difficilmente riconoscibili e non possono essere prese di mira.
I ricercatori del centro di ricerca City of Hope con sede a Duarte in California hanno trovato l’escamotage per smascherare le cellule staminali. La nuova terapia si basa su un anticorpo progettato ad ohoc chiamato CD38-BIONIC che si lega ai blasti CD38 positivi. Questo legame spinge le cellule immunitarie T a rilasciare l’interferone di tipo II (o interferone gamma) che trasforma le cellule staminali della leucemia da CD38 negative a CD38 positive. In questo modo anche le cellule staminali vengono smascherate e possono diventare bersaglio dei trattamenti. «CD38 è stato sfruttato con successo come bersaglio terapeutico nel mieloma multiplo e in altre forme di leucemia. Poiché le cellule staminali della leucemia mieloide acuta sono principalmente CD38-negative, tuttavia, gli scienziati non hanno dato priorità al CD38 come bersaglio terapeutico per la leucemia mieloide acuta recidivante», ha spiegato Flavia Pichiorri, che ha co-diretto lo studio.