Negli ultimi anni sono state sviluppate e registrate strategie terapeutiche innovative per la cura delle malattie rare, che hanno coperto bisogni e situazioni dove non c’era disponibilità terapeutica. Cosa succede in una realtà come il Piemonte? Lo hanno spiegato gli esperti che si sono dati appuntamento il 15 novembre a Torino, al convegno incentrato sul tema della gestione delle malattie rare.
“Oggi – come ha spiegato Paola Crosasso, Direttore della Farmacia dell’Asl Città – si hanno a disposizione farmaci molto interessanti, la volontà e capacità di rendere il prima possibile disponibili queste opportunità terapeutiche, ma dall’altra c’è tutto il tema della governance di tali innovazioni per la sostenibilità del sistema sanitario regionale, nonché il tema dell’appropriatezza prescrittiva e dell’aderenza alle terapie. Ecco perché è importante sviluppare sempre di più gruppi di confronto dove siano presenti a livello regionale clinici, esperti di malattie rare, associazioni pazienti e farmacisti ospedalieri”.
“Nell’ambito della gestione delle malattie rare il farmacista ospedaliero da oltre 15 anni collabora molto strettamente e con grande sinergia con gli specialisti che si occcupano di malattie rare e con il Centro di Coordinamento della Rete Interregionale per le Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta (CMID)”.
Da allora ad oggi, ecco alcune tappe. “Abbiamo cominciato con la galenica – ha proseguito Crosasso – che in quegli anni era uno dei pochi strumenti disponibili per il trattamento di alcune patologie rare; poi via via, grazie all’introduzione di nuove strategie terapeutiche innovative dal punto di vista tecnologico, della attività, dell’efficacia e del costo, si è reso necessario sempre di più stringere questa collaborazione per garantire il tema dell’appropriatezza, per fare governance, e soprattutto per garantire la sostenibilità del sistema, garantendo allo stesso tempo l’accesso di queste importanti strategie terapuetiche ai malati affetti da patologie rare”.
Qual è la sfida dei farmacisti ospedalieri? “Diventare sempre più specialisti – ha concluso la dottoressa Paola Crosasso -, cambiare il nostro ruolo, diventando cioè sempre più specializzati in alcune aree patologiche particolari e, nel contempo, diventare dei manager per garantire anche il governo della spesa farmaceutica”.