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Microbioma intestinale: una palestra per il sistema immunitario fin da bambini

80° Congresso Italiano di Pediatria – Napoli, 28-31 maggio 2025
Un organismo nell’organismo che si forma durante tutto l’arco della vita cesellandosi tassello su tassello, cellula su cellula in base alle abitudini alimentari, al consumo di cibi e alimenti, alla predilezione di una dieta che favorisce alternativamente gli zuccheri, i grassi, le proteine ovvero le fibre. Un prezioso alleato della nostra salute che ci accompagna nel bene e nel male durante tutto l’arco della nostra vita. Parliamo del micobiota intestinale che nei primi 1.000 giorni di vita funziona da vera e propria palestra del sistema immunitario con cui è in intima connessione dialogo attraverso la placche intestinali del peyer e piccoli peptidi effettori a metà tra ormoni e neurotrasmettitori a distanza che viaggiano lungo l’asse linfatico e inviano segnali all’ipotalamo e da qui al sistema nervoso autonomo e al network immunitario in fase di selezione e maturazione nel timo, stazione di processamento dei linfonodi posizionata dietro lo sterno e attiva dai primi giorni di vita fino all’età dello sviluppo quando si compiono i giochi della palestra immunitaria per produrre una specifica memoria individuale per poi andare in progressiva regressione.
Proprio il microbioma riscrive la prevenzione in pediatria. Un istruttore invisibile che allena il nostro sistema immunitario fin dalla nascita. Ma come in ogni “addestramento”, tutto dipende dal momento in cui inizia. E nei primi 1.000 giorni di vita – dal concepimento ai due anni – quell’addestramento può fare la differenza tra salute e malattia. A spiegarlo con chiarezza è Alessio Fasano, direttore del Mucosal Immunology and Biology Research Center del Massachusetts General Hospital di Harvard e tra i massimi esperti mondiali nel campo delle interazioni tra microbioma, sistema immunitario e malattie infiammatorie croniche intervenuto con una lezione magistrale all’80° Congresso della Società Italiana di Pediatria (SIP) che si è concluso nei giorni scorsi a Napoli. Fasano propone un vero cambio di paradigma: “Agire sul microbioma nei primi due anni di vita è una forma di prevenzione primaria comparabile a quella delle vaccinazioni. Significa programmare un sistema immunitario capace di distinguere ciò contro cui combattere da ciò che va tollerato”.
Una rivoluzione silenziosa che parte dall’intestino
Finora si è parlato molto di microbioma, ma raramente lo si è collegato con tanta precisione alla “finestra critica” dei primi 1.000 giorni. “È in questo periodo che si costruisce un equilibrio duraturo tra organismo e microbi. Se disturbato – da un parto cesareo non necessario, un’alimentazione sbilanciata o un uso eccessivo di antibiotici – il sistema immunitario può essere programmato male e diventare iperattivo, favorendo infiammazioni croniche” se geneticamente predisposti, spiega Fasano. Allergie, obesità, celiachia, diabete di tipo 1, ma anche disturbi del neurosviluppo come autismo e ADHD, sono alcune delle condizioni sempre più diffuse in età pediatrica che – secondo la ricerca – possono trovare origine proprio in una “disbiosi” precoce.
Le evidenze scientifiche non mancano. E alcune azioni sono già alla portata di pediatri e famiglie:
• Favorire il parto vaginale quando possibile: il neonato eredita un microbioma “selezionato” e compatibile con il proprio profilo genetico.
• Limitare l’uso non necessario di antibiotici, soprattutto nei primi due anni di vita: molte infezioni virali non richiedono trattamenti antibiotici, che possono alterare l’equilibrio del microbioma.
• Promuovere l’allattamento materno ed in genere un’alimentazione sana e ricca di fibre, già dallo svezzamento: “Quello che mangiamo noi, lo mangiano anche i nostri microrganismi. E se diamo ‘cibo spazzatura’, nutriamo i batteri sbagliati”, sottolinea Fasano.
• Evitare stress eccessivo e abitudini troppo occidentalizzate nei primi mesi di vita, quando il microbioma è ancora in costruzione e cerca un “accordo” con l’organismo.
«Questi risultati rafforzano ulteriormente la centralità dei primi 1.000 giorni di vita nello sviluppo della salute futura. È in questo arco di tempo che pediatri e genitori possono, insieme, costruire le basi di un sistema immunitario sano. Ai pediatri spetta il compito di guidare e orientare, alle famiglie quello di mettere in pratica scelte consapevoli: dall’alimentazione all’uso responsabile degli antibiotici, fino allo stile di vita. È un’alleanza che può fare davvero la differenza», sottolinea il Presidente della SIP, Rino Agostiniani.
Verso una medicina su misura: il microbioma come marcatore precoce di rischio
Ma il futuro si spinge ancora oltre. La grande sfida è quella di passare da un approccio empirico a una medicina di precisione su base microbica. “Non possiamo pensare di somministrare lo stesso probiotico a tutti: serve un’analisi personalizzata e mirata, per sapere quali batteri mancano e come ripristinarli”, riprende Fasano.
Le tecnologie per farlo già esistono, ma sono ancora costose e poco accessibili. Analizzare in dettaglio il microbioma costa oggi più di 1.000 euro, e pochi professionisti sono formati per interpretare i dati. “Quando il sequenziamento del microbioma costerà come un’analisi standard delle feci – e succederà presto – allora avremo in mano uno strumento potentissimo: il microbioma diventerà un vero marcatore precoce di rischio per molte malattie croniche”, conclude Fasano.
Un nuovo terreno per la prevenzione
Si sta aprendo quindi una nuova fase della prevenzione: non solo infezioni, ma anche infiammazioni croniche, disturbi del metabolismo e del neurosviluppo. Il microbioma non è più un argomento di ricerca di nicchia: è il terreno su cui si costruisce oggi la salute di domani. La medicina pediatrica ha già contribuito a sconfiggere le grandi infezioni attraverso la prevenzione primaria con l’uso di vaccini. Ora deve raccogliere la seconda sfida: prevenire le malattie infiammatorie croniche intervenendo nei primi anni di vita, sul microbioma. È una rivoluzione già in atto.
I CINQUE PILASTRI DELL’INFIAMMAZIONE CRONICA PRECOCE Secondo il prof. Alessio Fasano, sono 5 i pilastri che trasformano una predisposizione genetica in malattia conclamata. Due di questi – microbioma e barriera intestinale – sono modificabili, ed è lì che possiamo agire.

  1. Genetica. È il patrimonio ereditario con cui nasciamo. Non si può cambiare, ma da solo non determina la comparsa delle malattie multifattoriali.
  2. Fattori ambientali. Inquinamento atmosferico, cambiamenti climatici, stress cronico: elementi spesso fuori dal controllo individuale, ma con forte impatto pro-infiammatorio.
  3. Permeabilità intestinale. Quando la barriera intestinale è compromessa, sostanze nocive possono entrare in circolo e attivare una risposta immunitaria inappropriata.
  4. Sistema immunitario iperattivo. Se programmato male nei primi anni di vita, reagisce anche in assenza di reali minacce, favorendo uno stato di infiammazione cronica.
  5. Microbioma. È uno degli elementi più influenzabili. Nei primi 1.000 giorni di vita, fattori come parto cesareo, uso di antibiotici, alimentazione e stile di vita (incluso una vita sedentaria, uso indiscriminato di dispositivi elettronici, o igiene del sonno) possono alterarlo o favorirne l’equilibrio. Un microbioma in salute aiuta a modulare correttamente la risposta immunitaria.

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