Si profila un rinvio tecnico da parte del ministero al fine di riconsiderare i rimborsi da riconoscere alle strutture sanitarie accreditate
C’è attesa per il nomenclatore che definisce le tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, che doveva entrare in vigore dal primo aprile, e con tutta probabilità slitterà, come ha indicato il ministro della Salute, Orazio Schillaci.
L’entrata in vigore del tariffario era prevista già dal primo gennaio 2024, ma è stata rinviata ai primi di aprile. Ora, sembra di vedere all’orizzonte un ulteriore rinvio tecnico, in accordo con le regioni, per riconsiderare l’entità degli importi delle prestazioni alla luce delle osservazioni di varie organizzazioni convenzionate, tra le quali l’Associazione religiosa Istituti Socio-Sanitari (Aris) e i laboratori analisi. La rimodulazione del nomenclatore tariffario si rende necessaria alla luce dei drastici tagli previsti inizialmente nella misura del 30-40% per molte voci (anche mammografie, colonscopie e visite cardiologiche), una misura che finirebbe per provocare, come immediata conseguenza, il dimezzamento delle prestazioni ambulatoriali erogabili nell’arco dei 12 mesi. A questo si aggiunga, avverte il sindacato Federbiologi Snabilp, anche la perdita di centinaia di posti di lavoro. Da qui l’ipotesi di una rivalutazione delle tariffe.
Al momento, dunque, i Lea disponibili sono quelli definiti nel 2001 e solo poche regioni hanno deciso di garantire alcune delle prestazioni dei Lea aggiornati al 2017 attingendo a fondi propri. Diverse associazioni del Terzo Settore ritengono tuttavia improponibile un rinvio alle calende greche, e chiedono espressamente che il decreto tariffe entri in vigore senza ulteriori tentennamenti. Cittadinanzattiva, con altre 90 sigle del volontariato, ha sollecitato il ministero. Tra le prestazioni incluse nei Lea del 2017 che una nuova proroga renderebbe inesigibili, si legge nel documento, figurano tra l’altro le prestazioni di procreazione medicalmente assistita, la diagnosi e monitoraggio della celiachia, gli screening neonatali per alcune patologie, gli ausili informatici e di comunicazione per disabili, i presidi avanzati per le disabilità motorie.
Le associazioni firmatarie fanno presente anche l’urgenza di completare l’istituzione della Commissione Lea così da prevedere, con un nuovo decreto, l’accesso a prestazioni fortemente attese, come i test Ngs per le mutazioni in oncologia, provvedimenti per la fibromialgia, l’estensione dello screening neonatale ad altre patologie come la Sma, il test prenatale non invasivo.
Sono 2.108 le prestazioni garantite con i nuovi Lea, rispetto alle 1702 della versione precedente, e la spesa prevista è di 402 milioni di euro. Numerose le procedure diagnostiche e terapeutiche introdotte, come l’adroterapia. Per la riabilitazione motoria sono previsti apparecchi robotizzati, assistenza protesica, arti artificiali, sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo.
Nei giorni scorsi le organizzazioni dei laboratori di analisi cliniche si erano mobilitate contro l’ipotesi di un tariffario contenente drastici ribassi nel computo dei costi delle prestazioni e nel calcolo dei rimborsi. Mariastella Giorlandino, presidente Confapi Sanità e Salute Lazio, ne ha parlato ai microfoni di Daniel Della Seta, spiegando le ragioni delle rivendicazioni di settore. Una manifestazione in questo senso si è tenuta a Roma nei giorni scorsi. Anche il sottosegretario Marcello Gemmato ha mostrato di comprendere le preoccupazioni espresse, annunciando la volontà di trovare una soluzione che possa tutelare la produttività e la sostenibilità dei servizi sanitari.
Le cifre del settore sono significative. La produttività dei laboratori analisi cliniche supera il miliardo annuo di prestazioni erogate, mentre la diagnostica per immagini conta oltre 53 milioni di prestazioni all’anno. Valter Rufini, Presidente FederANISAP, ha sottolineato che migliaia di posti di lavoro sono a rischio, e che le liste d’attesa subirebbero un tracollo in assenza di una revisione. Elisa Interlandi, presidente Anmed, ha sottolineato l’importanza dei laboratori privati convenzionati. La mobilitazione dei laboratori analisi quindi andrà avanti, al fine di ottenere una revisione del tariffario che possa scongiurare il collasso del sistema sanitario italiano.
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