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Obesità, approvata alla Camera dei Deputati proposta di legge che riconosce la malattia

Approvata dalla Camera dei Deputati la proposta di legge che mira a riconoscere ufficialmente l’obesità come una malattia. L’Atto n.741 della XIX Legislatura, intitolato “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità”, segna un punto di svolta, e pone l’Italia all’avanguardia nel contrasto a una delle emergenze sanitarie più gravi di questo secolo.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 13% degli adulti nel mondo soffre di questa condizione, con numeri in costante aumento. In Europa, circa un bambino su tre ha problemi di sovrappeso o obesità, e anche in Italia le cifre sono allarmanti: il 30% dei bambini tra i 6 e i 12 anni è in sovrappeso o obeso. Tra gli adulti, invece, la percentuale si ferma al 12%, pari a circa 6 milioni di persone, a cui si aggiunge oltre il 40% di soggetti con sovrappeso. Questi numeri non sono solo statistiche, ma rappresentano vite quotidiane segnate da problemi di salute, stigma sociale e discriminazione.

L’Italia si avvicina così a un traguardo storico: riconoscere ufficialmente l’obesità come malattia, garantendo trattamenti e servizi sanitari più efficaci e accessibili. La proposta di legge, fortemente voluta dall’On. Roberto Pella, Presidente dell’Intergruppo parlamentare “Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili”, mira a cambiare paradigma, passando dalla mera prevenzione alla cura integrata e alla sensibilizzazione sociale.

Il testo di legge, composto da sei articoli, disegna un quadro completo di interventi e politiche di contrasto alla malattia. La legge riconosce l’obesità come una condizione progressiva e recidivante, che necessita di un approccio multidisciplinare, coinvolgendo medici, educatori, famiglie e istituzioni.

Articolo 1 – Principi e finalità: si stabiliscono gli obiettivi di tutela della salute e miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti con diagnosi di obesità. La legge si propone di integrare prevenzione, cura e sensibilizzazione, riducendo lo stigma sociale e promuovendo una cultura della salute.

Articolo 2 – Equità e accesso: viene garantito che le prestazioni di cura per l’obesità siano inserite nei Livelli essenziali di assistenza (LEA), rendendo possibile a tutte le persone affette di accedere a servizi di qualità, indipendentemente dalla regione di residenza.

Articolo 3 – Finanziamenti e programmi nazionali: vengono stanziati fondi specifici per programmi di prevenzione e cura, con 700 mila euro nel 2025, fino a un milione e 200 mila euro dal 2027. Le risorse saranno ripartite tra le Regioni sulla base di un decreto ministeriale, con l’obiettivo di promuovere stili di vita sani, l’allattamento al seno, campagne di informazione e iniziative educative nelle scuole.

Focus sulla prevenzione infantile: particolare attenzione sarà dedicata alla lotta all’obesità nei bambini, coinvolgendo scuole, famiglie e comunità locali. L’obiettivo è favorire un’alimentazione equilibrata fin dai primi mesi di vita, promuovendo l’attività fisica e riducendo i fattori di rischio.

Formazione e aggiornamento: viene prevista una spesa di 400 mila euro annui dal 2025 per la formazione di medici, pediatri e operatori sanitari, affinché possano intervenire con competenza e sensibilità nel trattamento dei pazienti.

Articolo 4 – Osservatorio nazionale: si istituisce presso il Ministero della Salute un organismo di monitoraggio e studio, con compiti di diffusione di dati e buone pratiche, per orientare le politiche pubbliche e la ricerca scientifica.

Articolo 5 – Campagne di sensibilizzazione: con 100 mila euro all’anno a partire dal 2025, il Ministero promuoverà iniziative di informazione pubblica, coinvolgendo mass media, enti locali, farmacie e strutture sanitarie, per diffondere corretti stili di vita e ridurre gli episodi di discriminazione legati alla malattia.

Articolo 6 – Disposizioni finanziarie: gli oneri complessivi, stimati in circa 1,2 milioni di euro nel 2025, saranno coperti tramite riduzioni di altri fondi di bilancio, garantendo così la sostenibilità dell’intervento.

Con l’approvazione della norma di legge il Parlamento manda un messaggio forte e chiaro: l’Italia riconosce l’obesità come una malattia seria, con impatti profondi sulla salute e sulla qualità della vita delle persone. La legge non si limita alla semplice definizione, ma si propone di intervenire a livello preventivo, terapeutico e sociale, coinvolgendo tutti i livelli di governo e le istituzioni.

Un modello da esportare

Se l’Italia riuscirà a portare a termine l’iter legislativo anche al Senato, diventando così il primo Paese al mondo a dotarsi di una legge specifica sull’obesità, potrà rivendicare un ruolo di leadership anche a livello europeo e internazionale. La legge potrebbe fungere da esempio per altri Stati, stimolando la creazione di politiche condivise e di iniziative di cooperazione internazionale.

Impatto sociale e culturale

Uno degli obiettivi fondamentali di questa legge è anche combattere lo stigma sociale, spesso più dannoso della malattia stessa. L’obesità, infatti, porta con sé episodi di bullismo, discriminazione e isolamento, che aggravano le condizioni di salute mentale e fisica dei pazienti. Attraverso campagne di sensibilizzazione e interventi educativi, si punta a normalizzare il problema, favorendo un ambiente più inclusivo e rispettoso. Occorrerà poi tradurre in azioni concrete le parole e i fondi stanziati, garantendo le cure a chi ne ha più bisogno, facendo in modo che le nuove generazioni crescano con una maggiore consapevolezza del valore di uno stile di vita sano.

In conclusione, l’Italia si appresta a scrivere una pagina storica nella storia della sanità pubblica, dando un segnale forte di attenzione e rispetto verso chi combatte quotidianamente con l’obesità. Un esempio che potrebbe cambiare il modo di pensare e agire, a livello globale, contro una delle sfide più complesse del nostro tempo.

«L’approvazione di una legge, la prima al mondo, che riguarda la salute delle persone che vivono con obesità è molto importante, perché finalmente viene lanciato un chiaro messaggio a tutela di queste persone – dichiara Iris Zani Presidente di Amici Obesi e di FIAO – Federazione Italiana Associazioni Obesità, in merito all’approvazione da parte dell’Aula della Camera dei deputati della proposta di legge di iniziativa dell’on. Roberto Pella su “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità” – Il messaggio è quello che non si tratta di un atteggiamento sbagliato nei confronti del cibo, né di una condizione di esclusiva responsabilità del paziente, ma di una malattia, che come tale va affrontata».

«L’approvazione di una legge come questa – prosegue Iris Zani – significa assicurare ai pazienti un accesso migliore alle cure e garantire finanziamenti che nei prossimi anni permettano di gestire in modo autonomo le azioni di prevenzione che vanno effettuate, in particolare sulla popolazione più giovane e quindi a livello scolastico, e soprattutto poter effettuare campagne di sensibilizzazione, sia verso i pazienti, che spesso non sono consapevoli di avere un problema e di dover chiedere aiuto, sia verso la collettività, per meglio comprendere questa malattia, che fino ad ora troppo spesso non era considerata tale».

«Il risultato raggiunto oggi, che è molto importante, – conclude la Presidente di Amici Obesi – sicuramente non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Dopo l’approvazione da parte della Camera, attendiamo ora quanto prima la votazione in Senato per completare l’iter di approvazione. Poi bisognerà iniziare a lavorare sulla programmazione delle azioni da mettere in atto, ma soprattutto sulla richiesta fattiva dell’inserimento nei Lea di tutte quelle prestazioni di cui necessita un paziente come quello con obesità, che va curato su un piano multidisciplinare. Auspichiamo infine, altrettanto celermente, il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica con approvazione del Piano Nazionale Cronicità, un passo fondamentale per lo sviluppo di un sistema di prevenzione e accesso alle cure più efficace e per una gestione omogenea su tutto il territorio nazionale».

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