Gli esperti: “Occorre riprendere il percorso positivo che è stato sviluppato anche dal punto di vista legislativo dal nostro Parlamento sulle malattie rare”
Padova, 6 dicembre 2023 – Le nuove conoscenze sulla genomica dei tumori e le nuove tecnologie di analisi dell’espressione genica stanno rivoluzionando le possibilità di prevenzione diagnosi e terapia di molti tumori.
È quanto emerso durante l’evento “ONCOnnection STATI GENERALI NORD EST: EMILIA-ROMAGNA, FRIULI-VENEZIA GIULIA, TRENTINO-ALTO ADIGE, VENETO”, organizzato a Padova da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di SOBI rare strength, Bristol Myers Squibb, GSK.
“In particolare l’accessibilità alle analisi molecolari porteranno a una classificazione sempre più accurata dei tumori”, spiegaCristina Oliani,Direttore UOC Oncologia ULSS 5 Polesana. “Le correlazioni tra alterazioni genetiche sia somatiche che germinali delle neoplasie e le caratteristiche cliniche dei pazienti consentiranno una sempre più efficace personalizzazione delle cure oncologiche”.
TERAPIE PERSONALIZZATE
“I tumori muscolo-scheletrici sono tumori estremamente rari, per la cui diagnosi e terapia i pazienti vanno indirizzati presso centri di riferimento, quali l’IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna”, continua Marco Gambarotti,Responsabile SSD Anatomia ed Istologia Patologica IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli. “La profilazione genica, volta a identificare alterazioni molecolari per terapie mirate, è attualmente limitata per i tumori muscolo-scheletrici. L’Istituto Ortopedico Rizzoli, che da anni applica queste metodologie in ambito di ricerca cercherà, nell’ambito della rete regionale, di utilizzare tali metodiche anche nella pratica clinica, per sviluppare terapie personalizzate per pazienti che non rispondono alle cure convenzionali”.
UNA VERA E PROPRIA RIVOLUZIONE
“Nella continua ricerca di eccellenza nel campo della chirurgia e dell’oncologia della mammella – chiosa Alberto Marchet,Direttore UOC Chirurgia Senologica IOV – siamo entusiasti di annunciare alcune novità che l’Istituto Oncologico Veneto (IOV) sta proponendo. Dal punto di vista chirurgico, la de-escalation della chirurgia ascellare consente di ridurre l’impatto dell’intervento in termini di complicanze post-operatorie, senza comprometterne i risultati oncologici. Dal punto di vista strettamente oncologico, i trattamenti sistemici primari a intento neoadiuvante hanno radicalmente rivoluzionato l’andamento clinico delle neoplasie mammarie biologicamente più aggressive. Basti pensare che sempre più spesso le nostre pazienti arrivano all’intervento chirurgico con una risposta completa alla terapia, ossia il tumore risulta completamente scomparso già prima della procedura chirurgica. Questi eccellenti risultati hanno fatto avanzare l’idea di evitare la chirurgia nei casi “exceptional responders” ai trattamenti oncologici, adottando il cosiddetto ‘watch and wait’. Tale ipotesi si è concretizzata in trial clinici internazionali con risultati assolutamente promettenti che attendono tuttavia di essere confermati in studi clinici più ampi. Negli ultimi anni lo IOV ha cercato di sviluppare procedure chirurgiche sempre più precise, personalizzate e mini-invasive, facendosi pioniere nell’utilizzo di una innovativa tecnica: la chirurgia ecoguidata, di cui vantiamo la più ampia casistica nazionale. L’applicazione sistematica di questa metodica consente di massimizzare la precisione degli interventi conservativi della mammella con significativi miglioramenti dei risultati estetici a parità di efficacia oncologica”.
RIVEDERE I MODELLI ORGANIZZATIVI SANITARI
“Non c’è dubbio che le innovazioni tecnologiche, diagnostiche e terapeutiche che fanno irruzione giorno dopo giorno in oncologia richiedano un adeguamento e rimodulazione dei modelli organizzativi sanitari – prosegue Antonella Ferro,Dirigente Medico di primo livello, specialista in Oncologia Medica. Struttura semplice ‘Rete Clinica Senologica’, APSS Trento. “La necessità di assicurare ai cittadini la migliore terapia passa attraverso la capacità e tempestività della migliore diagnosi. Tempismo, qualità, pianificazione e visione delle priorità possono aiutare a gestire strategicamente la complessità dei processi in Oncologia. Alla disponibilità di un nuovo trattamento deve corrispondere uno sforzo di preparazione e organizzazione per assicurarlo al paziente giusto (genomica e genetica), nel momento giusto (tempistica della diagnostica), alle giuste condizioni (disponibilità ed equità di accesso tra le varie regioni) e prevedendo modelli organizzativi in grado di arginare/assorbire complicanze o imprevisti (nuovi effetti collaterali). Credo che non solo la multidisciplinarietà ma la multiprofessionalità e la commistione di saperi (ad esempio, creare gruppi misti: Medici specialisti e di MG/infermieri/tecnici/informatici/”amministrativi”/altri professionisti, ma anche associazioni e pazienti stessi) possa migliorare la formazione, facilitare l’integrazione, creare competenze, ridurre la burocrazia, migliorare la sostenibilità, aiutare ad affrontare la complessità, ridurre i costi, garantire sicurezza e, non ultimo, valorizzare le risorse”.
ORGANIZZAZIONE E INNOVAZIONE DEVONO ANDARE A BRACCETTO
“L’oncologia è un ambito dove l’organizzazione e l’innovazione devono andare in comunione d’intenti”, conclude Walter Locatelli, Direzione Scientifica Motore Sanità. “Occorre riprendere il percorso positivo che è stato sviluppato anche dal punto di vista legislativo dal nostro Parlamento sulle malattie rare, dove sono stati fissati il chi fa che cosa, i punti, le azioni efficaci e il coordinamento di queste azioni efficaci. Occorre inoltre analizzare le procedure, i percorsi che partono dal recepimento di questa innovazione e vedere se alcuni intralci, in particolare quelli burocratico-amministrativi portano nocumenti ai nostri cittadini. Il risultato che dobbiamo prefiggerci è di arrivare a dare tempestivamente le opportunità universalmente a tutti i nostri cittadini quando queste sono disponibili. Anche tanti aspetti come quelli economici devono essere superati con l’organizzazione”.
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