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Risorse urgenti per la salute mentale: affrontare il crescente impatto della psicopatologia tra i giovani

Intervista a Michele Sanza, Direttore UO Servizio Dipendenze Patologiche, Azienda USL Romagna Cesena

Durante l’evento “LA SALUTE MENTALE NEI TERRITORI”, organizzato da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Johnson & Johnson e Otsuka, è emersa la criticità dei limitati investimenti nel settore della salute mentale, causando un divario crescente tra domanda e risorse disponibili.

Michele Sanza, Direttore UO Servizio Dipendenze Patologiche presso l’Azienda USL Romagna Cesena, ha enfatizzato il crescente riconoscimento dell’importanza della salute mentale:

Intanto voglio dire che finalmente, e lo dico con soddisfazione, ci si accorge che esiste la salute mentale, perché è un tema che vuoi per lo stigma, vuoi per la carenza di risorse, che è obiettiva, è forse è rimasto sempre dietro le quinte, ma oggi è esploso; è esploso per tante ragioni, una delle principali è proprio quella dell’incremento della psicopatologia tra i ragazzi, gli adolescenti e i giovani adulti. Fenomeno che non possiamo legare esclusivamente al lockdown, perché è cominciato prima, dal 2010 circa in avanti, quando abbiamo cominciato ad avere un incremento dell’accesso ai servizi per problematiche di autolesionismo, di suicidio, di tentativo di suicidio soprattutto, di disturbi del comportamento alimentare, comunque di disturbi che hanno come base comune la disregolazione. Questi disturbi effettivamente sono aumentati in maniera incrementale in conseguenza del lockdown, perché l’interruzione del percorso scolastico, o comunque della socializzazione a scuola, ha prodotto degli effetti negativi sulla salute degli adolescenti, che si è riflessa in un incremento della casistica. Non è solo una questione di giovani però, che la depressione colpisce un terzo della popolazione generale.

Quindi è uno dei disturbi più comuni e la salute mentale, i problemi di salute mentale in generale, sono una delle principali cause di disabilità e di carico di malattia della nostra società. Quindi bisogna che mettiamo mano al portafoglio e diamo alla salute mentale quello che gli spetta. La salute mentale in Italia costa poco, costa troppo poco, perché il nostro paese spende nella salute mentale pubblica il 2,9% delle risorse a disposizione del Fondo Sanitario Nazionale, contro l’8, il 9, il 10% dei paesi europei più sviluppati come Inghilterra, Francia e Germania. Noi siamo in compagnia della Bulgaria, siamo fanalino di coda nello scacchiere europeo per la spesa della salute mentale. Questo oggi non è più possibile, bisogna garantirlo. Per garantire risorse adeguate noi diciamo almeno il 5%, che non è un termine così inventato, ma è quello che a suo tempo nei documenti di programmazione sanitaria era stato previsto per la salute mentale del nostro paese”.

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