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Scienziate protagoniste del cambiamento: a Cagliari il convegno “Women Stand Up for Science”


Il 19 e 20 giugno ricercatrici e ricercatori si danno appuntamento nell’Aula Magna dell’Università di Cagliari per difendere la libertà di ricerca e promuovere l’emancipazione delle scienziate.  

La scienza ha bisogno di voce. E le scienziate hanno bisogno di spazi in cui farla risuonare. È da questa premessa che prende forma “Women Stand Up for Science”, l’evento scientifico e culturale che si terrà il 19 e 20 giugno presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Cagliari. Promosso dalla professoressa Miriam Melis, docente di Farmacologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Ateneo cagliaritano, e organizzato in collaborazione con la dottoressa Anna Lisa Muntoni, ricercatrice dell’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il convegno nasce per riflettere sulla condizione attuale della libertà scientifica e sul ruolo cruciale delle scienziate nella società contemporanea. Finanziato dalla Fondazione di Sardegna e patrocinato da enti prestigiosi come l’Università di Cagliari, il CNR, la Società Italiana di Farmacologia e l’Italian Stress Network, l’evento si colloca in un momento storico in cui è crescente il timore che le libertà accademiche e scientifiche vengano compromesse da dinamiche politiche oscurantiste e antiscientifiche. Non è un caso che la stessa professoressa Melis abbia sentito la necessità di reagire organizzando un momento pubblico in cui dare voce a queste urgenze. A offrire l’ispirazione è stato il movimento “Stand Up for Science”, nato inizialmente negli Stati Uniti come reazione all’amministrazione Trump e oggi espansosi anche in Europa. In Italia, questa spinta trova un’espressione concreta nella raccolta di testimonianze presenti nel libro “Scienziate, storie di vita e di ricerca” della senatrice a vita Elena Cattaneo, che ha riunito attorno a sé alcune delle figure femminili più autorevoli della scienza italiana contemporanea. Il volume racconta i percorsi umani e professionali di numerose scienziate italiane e sarà il filo conduttore dell’intero convegno.

Una rete di scienziate per cambiare la cultura della ricerca

L’iniziativa ha un impianto multidisciplinare e coinvolge sia il mondo universitario sia quello della ricerca nazionale, con l’obiettivo di creare un dialogo critico non solo interno alla comunità scientifica, ma anche con il pubblico più ampio. La presenza di numerose scienziate italiane di rilievo internazionale arricchisce il programma e testimonia il valore della rete scientifica femminile nel nostro Paese. Tra le relatrici spiccano nomi come Mariafelicia De Laurentis e Maria Antonietta De Matteis dell’Università Federico II di Napoli, Maria Giovanna Durante dell’Università della Calabria, Alessandra Gentile dell’Università di Catania, Simona Lodato di Humanitas University, e Cătălina Oana Curceanu, fisica dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Frascati. Oltre a loro, parteciperanno anche Alessandra Mascaro (Università di Osnabrück) e Antonio Musarò (Sapienza Università di Roma), con la moderazione affidata a Marco Motta (Radio3 Scienza) e Silvano Tagliagambe, noto filosofo della scienza. Il programma dell’evento è articolato in due intense giornate. Dopo i saluti istituzionali previsti per il pomeriggio del 19 giugno, il convegno entrerà subito nel vivo con una prima sessione di interventi seguita da una tavola rotonda serale. Il giorno successivo, il 20 giugno, la mattina sarà dedicata a ulteriori relazioni scientifiche, culminando con una nuova tavola rotonda e le considerazioni conclusive.

Scienziate e leadership: la sfida per una vera emancipazione accademica

Ampio spazio sarà riservato al tema della rappresentanza femminile nei luoghi decisionali della scienza, un nodo ancora irrisolto nel panorama accademico e scientifico nazionale. I dati confermano che, pur rappresentando una quota significativa dei laureati in discipline STEM, le donne faticano ancora ad accedere a ruoli di leadership o a ottenere finanziamenti competitivi per i propri progetti di ricerca. Eppure, come dimostra l’esperienza raccontata dalle scienziate italiane, il contributo femminile alla scienza non è solo rilevante ma essenziale, per costruire una ricerca più aperta, equa e attenta ai bisogni di tutta la società. Il convegno affronterà anche temi trasversali come le politiche universitarie, la valutazione della ricerca, le barriere culturali e gli stereotipi di genere, con l’obiettivo di attivare riflessioni profonde e stimolare nuove pratiche. L’interazione tra le relatrici, i moderatori e il pubblico rappresenta uno degli elementi distintivi dell’evento, pensato non come semplice occasione di ascolto ma come laboratorio di pensiero attivo e collettivo. Le due giornate, inoltre, saranno un’occasione per rafforzare i legami tra le istituzioni sarde e la rete nazionale della ricerca, promuovendo la Sardegna come luogo di scienza e cultura aperta. Il coinvolgimento della Fondazione di Sardegna e del CNR Cagliari rafforza l’impatto locale del convegno, che ambisce a lasciare una traccia duratura nel dibattito pubblico e accademico.

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