Il 54% degli italiani ritiene di non essere a rischio di malattie cardiovascolari, la principale causa di morte in Italia e in Europa. Un nuovo studio propone strategie innovative per migliorare la prevenzione
Un recente report ha rivelato che solo il 50% degli italiani si impegna in attività di prevenzione cardiovascolare, nonostante le malattie cardiovascolari rappresentino la principale causa di morte sia in Italia (30,8%) sia in Europa (32%). Questo dato preoccupante è stato presentato durante una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, promossa dalla Rete Cardiologica Irccs.
Scarsa Consapevolezza e Azione Limitata
La maggior parte degli italiani sottovaluta il proprio rischio cardiovascolare: il 54% ritiene di non essere a rischio. Questo comportamento si riflette nei dati sulla prevenzione: solo il 18% degli italiani effettua controlli ed esami medici regolari e solo l’11% dichiara di impegnarsi a ridurre il fumo. Le principali azioni preventive riguardano l’alimentazione (50%) e l’attività fisica (39%).
Ostacoli alla Prevenzione
Gli ostacoli alla prevenzione cardiovascolare sono molteplici. Il 39% degli intervistati indica la difficoltà di modificare lo stile di vita come principale barriera, seguita dalla scarsa consapevolezza del rischio (33%) e dalla mancanza di informazioni su cosa fare per la prevenzione (27%). Anche la scarsa comunicazione e supporto da parte del medico è un fattore rilevante (21%).
Innovazione nella Prevenzione: Il Progetto “Cvrisk-It”
Per affrontare queste problematiche, il Parlamento ha approvato un emendamento alla legge di Bilancio 2023, finanziando con 20 milioni di euro il progetto “Al Cuore della Prevenzione – Approcci integrati per una prevenzione cardiovascolare di precisione personalizzata: lo studio Cvrisk-It”. Questo progetto quadriennale, coordinato dalla Rete Cardiologica Irccs, coinvolgerà 20 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e mira a migliorare l’efficacia della prevenzione cardiovascolare.
Un Nuovo Paradigma di Prevenzione
Lo studio Cvrisk-It si propone di superare i limiti degli attuali modelli di previsione del rischio cardiovascolare, introducendo nuovi “modificatori del rischio” come la componente ereditaria, la quantità di calcio coronarico e l’analisi dell’arteria carotidea. Questi fattori permetteranno di identificare meglio i soggetti a rischio e di proporre interventi preventivi mirati e personalizzati.
Un Progetto Ambizioso
Lo studio, che prevede il reclutamento di 30 mila individui sani di età compresa tra 40 e 80 anni, senza precedenti di malattie cardiovascolari o diabete di tipo 2, è diviso in due fasi. I partecipanti saranno sottoposti a valutazioni a 12 mesi con i modelli di predizione del rischio più avanzati. Coloro che presenteranno un rischio “molto alto” seguiranno i trattamenti raccomandati dalle linee guida, mentre gli altri saranno indirizzati verso nuovi approcci metodologici e riceveranno consulenze personalizzate su come condurre uno stile di vita sano.
Conclusioni
I risultati di questo trial forniranno strumenti cruciali per una migliore identificazione e gestione delle malattie cardiovascolari, migliorando l’efficacia della prevenzione e offrendo ai responsabili delle politiche sanitarie dati fondamentali per sviluppare protocolli di gestione più adeguati. La prevenzione cardiovascolare personalizzata potrebbe diventare la chiave per ridurre significativamente la mortalità causata da queste patologie in Italia.
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