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Sovrappeso, disturbi alimentari e stili di vita: tutti gli artefici della Rete Italiana Obesità

Sovrappeso e disturbi alimentari avranno, come si suol dire, le ore contate. Siamo vicini a una svolta epocale, sta per affermarsi un modello salutare che potrebbe prendere piede anche all’estero. Oggi è stato descritto per la prima volta compiutamente il disegno della Rete Italiana Obesità, un programma che mira a cambiare il paradigma della prevenzione (e della cura) per quanto riguarda obesità, sovrappeso, disordini della condotta alimentare e stili di vita scorretti. Questo ambizioso progetto scaturisce dall’intenzione dichiarata di stabilire un’alleanza forte, capillare e integrata tra ospedale e territorio, coinvolgendo istituzioni, scuole e comunità scientifica, allo scopo di affrontare una delle più grandi emergenze globali del vivere contemporaneo. Stiamo parlando di un approccio tutto italiano che si propone come antesignano in Europa. L’evento di lancio si è svolto presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (un luogo simbolo, una eccellenza comprovata) e ha visto la partecipazione di Antonio Tajani, titolare del dicastero degli Esteri. Accanto al ministro Tajani erano presenti l’onorevole Stefano Benigni, l’eurodeputato Letizia Moratti, i consiglieri regionali Giulio Gallera e Jonathan Lobati, nonché varie illustri personalità delle istituzioni, clinici, accademici, rappresentanti della società civile e del volontariato. Un parterre che testimonia il livello di coinvolgimento e la portata dell’iniziativa.

Antonio Tajani, vicepremier e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha sottolineato: “La Rete Italiana Obesità è la risposta a una delle più grandi emergenze del nostro tempo, e grazie al lavoro di Forza Italia possiamo presentare un modello di eccellenza globale. Siamo primi al mondo con una legge in approvazione sull’obesità: oggi costruiamo un’architettura operativa capillare, inclusiva, che parte dai territori e guarda al futuro”. La rete faciliterà i contatti della popolazione con la medicina del territorio, si rivolgerà a insegnanti, sindaci, associazioni di pazienti, farmacisti, e operatori delle case di comunità. Saranno utilizzati strumenti moderni, elaborazioni mediante l’analisi dei dati, e l’intelligenza artificiale, per guidare politiche basate sull’evidenza. Un’alleanza tra il livello locale e quello nazionale sarà necessaria per perseguire un obiettivo comune: assicurare la salute della della collettività e prevenire le patologie croniche legate all’alimentazione e agli stili di vita.

Stefano Benigni, deputato e sostenitore della legge sull’obesità, ha affermato da parte sua: “Faremo appello a tutti gli attori del sistema salute per lavorare insieme a questo ambizioso progetto. Insieme a Letizia Moratti, eurodeputata, coinvolgeremo anche le istituzioni europee, per costruire una rete strutturale, grazie al contributo del ministro Tajani. Nelle prossime settimane lanceremo un Manifesto per la creazione della rete”.

La prima legge al mondo sull’obesità, approvata alla Camera, con prima firma dell’onorevole Roberto Pella, oggi è in fase di approvazione definitiva. Prevede tra l’altro un fondo dedicato, istituito nella Legge di Bilancio 2025 grazie a un emendamento dell’onorevole Stefano Benigni, per finanziare iniziative di prevenzione, ricerca e cura. Un Manifesto concepito su tali temi sarà presto condiviso con istituzioni, livelli regionali, enti, associazioni, società scientifiche, scuole e università. Si prevede la realizzazione di una rete di centri di eccellenza ospedalieri, costruita con il supporto di Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedali), in stretta connessione con i medici di famiglia, farmacisti e specialisti, e in accordo con le società scientifiche di riferimento come SIO (Società Italiana dell’Obesità). Un piano di raccolta e analisi strutturata dei dati clinici e sociali, potenziato dall’intelligenza artificiale, servirà a valutare impatto, sostenibilità ed efficacia delle politiche di intervento. Questa rete si configura come un prototipo tutto italiano, concepito secondo uno schema originale che sarà in grado di farsi apprezzare in una ribalta internazionale (come già accaduto per la Dieta Mediterranea, ndr). La presenza di figure istituzionali di rilievo e la condivisione di strategie e strumenti innovativi rappresentano un esempio di come si possa affrontare una sfida complessa e multifattoriale come quella dell’obesità.

Letizia Moratti, eurodeputata e vicepresidente della Commissione Salute del Parlamento Europeo, ha affermato da parte sua: “L’obesità è una delle sfide sanitarie e sociali più urgenti per l’Europa, con un impatto crescente anche su bambini e adolescenti. È tempo che l’Europa elabori un piano strutturato contro l’obesità, come ha già fatto con il cancro. Sul modello italiano introdotto da Forza Italia, sosterrò in Parlamento europeo l’adozione di una risoluzione che riconosca l’obesità come malattia cronica e promuoverò la nascita di una European Network for Cardiometabolic Health”. Questo approccio integrato si basa su una visione One Health, un paradigma che collega salute umana, ambiente e socialità, e promuove una trasformazione culturale nei comportamenti alimentari, nelle abitudini scolastiche e negli ambienti urbani. La collaborazione tra enti locali, regionale e nazionale, unita alla partecipazione attiva di cittadini, scuole e imprese, rappresenta la vera forza di questa iniziativa.

“Intendiamo fare della Lombardia un modello territoriale d’avanguardia – ha dichiarato Giulio Gallera, in qualità di promotore di una norma regionale per la prevenzione e contrasto all’obesità e alla promozione dei corretti stili di vita – desideriamo contare sulla collaborazione tra Regione, enti locali, scuole, sanità e comunità. Questo è un esempio concreto di come le politiche regionali possano anticipare e sostenere la visione nazionale”. Siamo di fronte a un progetto che intende coinvolgere le giovani generazioni, promuovendo programmi di educazione alimentare nelle scuole e sensibilizzando le famiglie sull’importanza di uno stile di vita equilibrato. La trasformazione culturale è considerata cuore di questa strategia, perché solo attraverso una profonda consapevolezza e responsabilità collettiva si potrà invertire la tendenza negativa e costruire un futuro più sano.

Arriviamo così al cuore della Rete Italiana Obesità: non solo un insieme di interventi normativi o di iniziative sanitarie, ma una vera rivoluzione culturale, un cambio di paradigma che coinvolge tutta la società. Antonio Tajani, nel suo intervento conclusivo, ha affermato: “Quando il cambiamento parte dai territori e dall’eccellenza dei nostri centri ospedalieri d’avanguardia è possibile immaginare una sanità più giusta, sostenibile ed efficace. L’Italia è pronta a guidare questa rivoluzione in Europa e nel mondo”. La volontà è anche quella di costruire uno schema flessibile, che possa affrontare anche le sfide future, grazie all’uso intelligente di dati, tecnologie e collaborazione tra tutti gli attori coinvolti. Nelle prossime settimane, ha annunciato Stefano Benigni, sarà lanciato un Manifesto per la creazione della rete, che coinvolgerà tutte le parti interessate. “Presenterò un emendamento al Ddl Prestazioni per istituire la cabina di regia della Rete Italiana Obesità al Ministero della Salute – ha detto Benigni – in raccordo con Regioni, l’Istituto Superiore di Sanità, AGENAS, AIFA e con l’Osservatorio Nazionale Obesità previsto dalla legge Pella”.

Gli sforzi per mettere un freno al dilagare del fenomeno obesità e disturbi alimentari richiedono un impegno condiviso, un’alleanza forte tra tutti gli attori della società, la volontà di innovare e di guardare al futuro con speranza e determinazione. La strada imboccata dal modello italiano potrebbe rivelarsi, in un prossimo futuro, un’azione concreta per arrivare a un mondo più sano e sostenibile. La città di Bergamo, con la sua vocazione all’innovazione, tiene dunque a battesimo un movimento che punta a trasformare profondamente il modo di incidere sul binomio alimentazione e salute. La Rete Italiana Obesità rappresenta un esempio di come territori, istituzioni e comunità scientifica possano collaborare in modo sinergico per affrontare problematiche complesse. La Rete Italiana Obesità è un progetto ambizioso, e la volontà di riuscire nell’impresa è ancora più forte. Se il processo virtuoso descritto si metterà in moto, allora è verosimile pensare che l’Italia potrà fare da apripista nel mondo per un cambiamento che riguarda tutti noi, perché la salute è un diritto di tutti, ed è doveroso ricercare validi rimedi per fermare il dilagare dell’obesità, del sovrappeso e dei disturbi del comportamento alimentare.

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