La cardiologia italiana è ad un ottimo livello. La sfida dei prossimi anni è gestire il paziente cronico tra ospedale e territorio
Il tema affrontato in questa Summer School è molto importante per noi cardiologi: per quanto riguarda il trattamento, la diagnosi e la terapia della fase acuta del paziente con patologia Cardiovascolare. Va premesso ad ogni analisi che la cardiologia italiana è ad un ottimo livello. La grossa sfida dei prossimi anni è gestire il paziente nel territorio. La difficoltà di curare il paziente con malattia Cardiovascolare attiene al fatto che parliamo di un malato multimorbido e affetto da malattia cronica che dunque per definizione non guarisce. Ma con una cura adeguata si può evitare di farla peggiorare e di determinare la riacutizzazione.
Ci siamo poi chiesti come fare a migliorare l’integrazione ospedale e territorio: qui si tratta di decidere una volta e per sempre a chi spetti la governance di questi pazienti. Come cardiologi credo che abbiamo un ruolo principale. È a tutti chiaro che dobbiamo occuparci della fase acuta, della predimissione, dell’atto delle dimissioni, della fase riabilitativa e poi seguire il malato nella cronicità ovviamente collaborando e integrandoci con la medicina del territorio, con i distretti e con gli attori che parteciperanno e popoleranno le Case di Comunità, con i Medici di medicina generale, i Case manager ma lo specialista cardiologo credo che debba sempre rimanere il clinical manager di questi pazienti.
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