Intervista a Silvana Zambrini, Presidente Antea Associazione, Vicepresidente FAVO.
Il bisogno di garantire alle pazienti una buona qualità di vita, anche attraverso la riabilitazione oncologica, è stato rimarcato da Silvana Zambrini, Presidente Antea Associazione, Vicepresidente FAVO, nel corso dell’evento “ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NEL TUMORE DELLA MAMMELLA – FOCUS ON HER 2+ LAZIO”, organizzato da Motore Sanità”.
“Dobbiamo però constatare – sottolinea Zambrini – che la riabilitazione non è ancora stata inserita nell’elenco delle prestazioni garantite a tutti dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Consideriamo ad esempio la sofferenza fisica, psicologica e sociale per la presenza di un linfedema al braccio, con problemi attinenti non solo alla mobilizzazione ma anche estetici, con ripercussioni psicologiche e sociali. Questa paziente sicuramente ha diritto a poter accedere velocemente e gratuitamente alle cure fisioterapiche.
Ma perché allora questa necessaria riabilitazione non rientra ancora nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)? È vero che con il codice 048 i pazienti oncologici hanno diritto all’esenzione dal ticket, ma non sempre e ovunque l’esenzione viene rispettata. Occorre in verità offrire un percorso riabilitativo integrato, che tenga conto delle particolari esigenze per il singolo paziente, per ridurre al minimo la disabilità fisica e i numerosi deficit funzionali, cognitivi, nutrizionali, psicologici, sociali e professionali.
Per un buon risultato occorre un lavoro di squadra ben programmato in anticipo, evitando che i danni si manifestino. Non trascuriamo infine di considerare il forte valore sociale ed economico quando una paziente non grava sullo Stato per i costi derivanti da una disabilità ormai conclamata”.
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