Sanità e territorio: nuove prospettive nella cura del tumore alla prostata secondo l’esperienza lombarda.
Il tumore alla prostata rappresenta una delle principali sfide della sanità maschile e in Lombardia si apre il dibattito su come migliorare la presa in carico dei pazienti colpiti da questa patologia. Durante l’evento “Il tumore della prostata in Lombardia. Dalla diagnosi alla cura: nuove speranze per i pazienti”, promosso da Motore Sanità, sono emerse proposte concrete per rafforzare l’organizzazione sanitaria regionale.
Verso un modello di “Prostate Unit” su scala regionale
Secondo Carlo Borghetti, Consigliere Regionale della Lombardia, è necessario ripensare la gestione del tumore alla prostata prendendo esempio dal modello delle Breast Unit, già operativo con successo per il tumore al seno. “Anche per il tumore alla prostata – ha dichiarato – bisognerebbe organizzare il servizio sanitario regionale creando una rete capillare di centri di riferimento su tutto il territorio lombardo”.
Presa in carico completa e ovunque in Lombardia
L’obiettivo è chiaro: garantire agli uomini affetti da carcinoma della prostata un accesso uniforme alla diagnosi precoce, alla cura personalizzata e al follow-up specialistico, indipendentemente dalla loro residenza. Secondo Borghetti, una rete ben strutturata per il tumore della prostata migliorerebbe la qualità delle cure, ridurrebbe i costi sanitari e, soprattutto, aumenterebbe gli esiti di salute a lungo termine.
Un investimento strategico nella sanità maschile
Organizzare la gestione del tumore della prostata attraverso percorsi standardizzati e centri multispecialistici rappresenta un investimento strategico per il sistema sanitario lombardo. La diffusione di Prostate Unit permetterebbe infatti di unire competenze urologiche, oncologiche e psicologiche, offrendo ai pazienti un supporto completo dalla diagnosi alla riabilitazione.