Seleziona qualsiasi testo e clicca sull'icona per ascoltarlo!

Seguici!

Seguici!

Contenuti esclusivi

Prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro: il rischio aggressione

Il tema della sicurezza degli operatori sanitari (definizione da...

HIV, la pandemia dimenticata:in Campania diagnosi in aumento

Fermare l’epidemia da Hiv è ancora possibile: l’appello proviene...

Un chewing gum a base di lectina contro virus respiratori e orali

Uno studio dell’Università della Pennsylvania mostra come un prodotto alimentare possa ridurre la carica virale nella bocca

Un gruppo di ricercatori dell’Università della Pennsylvania (Penn), in collaborazione con centri di ricerca in Finlandia, ha sviluppato un chewing gum a base vegetale in grado di diminuire significativamente la carica virale nella bocca, offrendo un potenziale strumento preventivo contro virus respiratori e orali. Questa scoperta, presentata in uno studio pubblicato su Molecular Therapy, ha dimostrato l’efficacia del prodotto nel ridurre la concentrazione di svariati virus, fra cui alcuni ceppi di influenza A (H1N1, H3N2) e i virus herpes simplex (HSV-1, HSV-2). La ricerca si basa sull’impiego della FRIL, una lectina derivata dal fagiolo Lablab purpureus, che agisce come molecola antivirale naturale.

La FRIL, una lectina ricavata dalla pianta Lablab purpureus, è già stata studiata dal team guidato dal professor Henry Daniell, della School of Dental Medicine dell’Università della Pennsylvania, per la sua capacità di legarsi a proteine presenti sulla superficie dei virus. Gli autori del nuovo lavoro evidenziano che la FRIL si comporta come una “trappola” in grado di bloccare l’aggancio dei virus alle cellule umane, ostacolando il processo infettivo.

L’idea di inglobare questa sostanza in una gomma da masticare nasce dall’esigenza di trovare un metodo poco invasivo per disattivare i virus presenti nella cavità orale. Secondo i dati dello studio, una sola compressa di due grammi di questa gomma, contenente 40 mg di FRIL, ha mostrato una riduzione superiore al 95% della carica virale nei test di laboratorio. Questo effetto era già emerso precedentemente nel contesto di studi su SARS-CoV-2, ma la novità risiede nella conferma della versatilità del composto anche contro altri agenti virali.

La lectina presente nel chewing gum interagisce con molecole di superficie virale, in particolare glicosaccaridi o altre strutture presenti sull’involucro proteico, impedendo il legame con i recettori delle cellule orali e faringee. Di conseguenza, diminuisce la probabilità che il virus si diffonda internamente o che passi ad altre persone attraverso la saliva.

I virus presi in esame comprendono:

– Influenza A: Ceppi H1N1 e H3N2, con un notevole impatto sulla salute pubblica durante la stagione influenzale.

– Virus Herpes Simplex: Tipi HSV-1 (associato a lesioni orali e cutanee) e HSV-2 (relativo a infezioni genitali), spesso trasmessi per via diretta o attraverso secrezioni orali.

I ricercatori sottolineano che questi agenti patogeni si replicano o risultano abbondanti nella mucosa orale, facilitandone la trasmissione. Ridurre la loro concentrazione nel cavo orale tramite un prodotto di uso comune potrebbe rivelarsi un intervento di salute pubblica pratico e a basso costo.

L’influenza stagionale, secondo i dati citati, genera costi socioeconomici rilevanti, con un impatto che negli Stati Uniti supera gli 11 miliardi di dollari annui. Anche l’herpes simplex riguarda oltre due terzi della popolazione mondiale, e non esistono, in particolare per HSV-1, vaccini approvati su larga scala. In tale contesto, la possibilità di bloccare in modo precoce la trasmissione attraverso un chewing gum potrebbe integrare altre misure preventive, tra cui vaccini, farmaci antivirali e regole igienico-comportamentali.

La dott.ssa Olena Taratula, coautrice dello studio, evidenzia che il prodotto è frutto di standard farmaceutici rigorosi, certificati dalla Food and Drug Administration (FDA). Come nel caso di altre soluzioni “masticabili” proposte in ambito medico (ad esempio, gomme alla nicotina o compresse antimalariche), il formato compresso è pensato per essere maneggevole e gradito dai pazienti.

Le implicazioni di questi risultati si estendono oltre la sfera umana: il team di Henry Daniell sta esplorando anche l’uso di FRIL in campo veterinario, in particolare per contenere l’influenza aviaria, che ciclicamente incide su allevamenti di pollame e può, in alcuni casi, trasmettersi all’uomo. Studi precedenti condotti dallo stesso gruppo hanno indicato che la lectina potrebbe disattivare ceppi di influenza aviaria come H5N1 e H7N9.

Nel caso degli uccelli, la strategia consiste nel somministrare la polvere ricavata dal Lablab purpureus tramite il mangime, facilitando una protezione su larga scala. Questo approccio rispecchia lo stesso meccanismo d’azione osservato nell’uomo: impedire che il virus si leghi e diffonda, pur non rappresentando una cura in senso stretto.

I ricercatori precisano che, sebbene i risultati di laboratorio e sui modelli preclinici siano promettenti, occorre garantire la sicurezza e l’efficacia negli esseri umani attraverso trial clinici. Con specifico riferimento al chewing gum, è importante valutare il tempo di contatto, la frequenza d’uso e la possibile interferenza con altre sostanze presenti nella bocca, come residui alimentari o saliva alcalina.

A tal proposito, il professor Daniell evidenzia come l’adozione di sostanze naturali già presenti in alcuni alimenti può ridurre i rischi di effetti collaterali, ma, per un’adozione su larga scala, occorreranno studi a doppio cieco e controllati con placebo.

La ricerca, condotta in collaborazione tra l’Università della Pennsylvania, istituti finlandesi e partner dell’industria biotecnologica, propone nuove strategie di prevenzione mirate ai punti in cui avviene la trasmissione del virus. L’inibizione di virus comuni e potenzialmente dannosi per la salute pubblica tramite un metodo non invasivo, come la masticazione di un chewing gum, potrebbe affiancare vaccini e farmaci, garantendo controllo sui focolai d’infezione e minimizzando la circolazione degli agenti patogeni.

Se le fasi successive di sviluppo e validazione confermeranno i risultati, questo approccio potrebbe essere adottato come misura preventiva di uso comune, in particolare durante le stagioni in cui le infezioni virali sono più diffuse o in aree con scarsa disponibilità di risorse sanitarie. L’adozione di questa tecnologia, tuttavia, dovrà attendere il completamento dei trial clinici e l’eventuale autorizzazione delle agenzie regolatorie per l’uso diffuso nelle popolazioni esposte.

Seguici!

Ultimi articoli

Prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro: il rischio aggressione

Il tema della sicurezza degli operatori sanitari (definizione da...

HIV, la pandemia dimenticata:in Campania diagnosi in aumento

Fermare l’epidemia da Hiv è ancora possibile: l’appello proviene...

Derivato non allucinogeno dell’LSD: un nuovo approccio per la rigenerazione neuronale

Uno studio della University of California, Davis, svela un...

Newsletter

Registrati e ottieni le nostre rassegne stampa in esclusiva!

spot_img

Da non perdere

Prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro: il rischio aggressione

Il tema della sicurezza degli operatori sanitari (definizione da...

HIV, la pandemia dimenticata:in Campania diagnosi in aumento

Fermare l’epidemia da Hiv è ancora possibile: l’appello proviene...

Derivato non allucinogeno dell’LSD: un nuovo approccio per la rigenerazione neuronale

Uno studio della University of California, Davis, svela un...

Trapianti e donatori di organi: cuori che battono ancora. TransMedics annuncia lo sbarco in Italia

Novità nel campo dei trapianti: un'azienda americana, TransMedics, aprirà...
spot_imgspot_img

Prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro: il rischio aggressione

Il tema della sicurezza degli operatori sanitari (definizione da intendersi comprensiva del personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria nonché di coloro che svolgono...

Farmaci equivalenti, opportunità e sostenibilità “Serve abbattere le barriere culturali e informative che ancora persistono”

Secondo i dati Egualia il Friuli-Venezia Giulia si posiziona tra le regioni che hanno una buona propensione all’impiego dell’uso del farmaco equivalente e alla...

HIV, la pandemia dimenticata:in Campania diagnosi in aumento

Fermare l’epidemia da Hiv è ancora possibile: l’appello proviene anche dall’HIV Summit che si è svolto nei giorni scorsi a Roma, un confronto tra...

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Seleziona e ascolta