Esiste una relazione tra osteoporosi e inquinamento? Uno studio realizzato dal ricercare Giovanni Adami dell’Università di Verona, rivela che esiste questa relazione. “Se una donna – spiega il ricercatore – vive in un territorio inquinato e la sua gemella, stessa età e stesse condizioni, in una località non inquinata, la prima avrà il 10% di probabilità in più di sviluppare l’osteoporosi”.
Esiste una relazione tra osteoporosi e inquinamento? Proprio a partire da questa domanda il dottor Giovanni Adami ha realizzato un progetto innovativo, riconosciuto a livello internazionale in materia di osteoporosi, vincendo la borsa di studio 5.000 euro promossa dalla Fondazione per l’Osteoporosi Onlus con il supporto dell’azienda FGP Srl, leader in Italia nella progettazione e nella produzione di ausili per l’ortopedia e la riabilitazione.
L’osteoporosi è una malattia ad alto impatto sociale, interessa milioni di persone e in particolar modo le donne, con numeri in continua crescita. Sul tema c’è un interessantissimo studio che cerca di rispondere al quesito “c’è relazione c’è tra osteoporosi e inquinamento? realizzato dal ricercatore Giovanni Adami, veronese, 32 anni e medico chirurgo specialista in Reumatologia con alle spalle un dottorato di ricerca presso l’Università degli Studi di Verona nell’ambito delle malattie muscoloscheletriche reumatiche e dell’osteoporosi.
Il progetto -“Association between exposure to fine particulate matter and osteopoross: a population-based cohort study” – Associazione tra esposizione a particolato fine e osteoporosi: uno studio di coorte basato sulla popolazione” pubblicato nel 2022 sulla prestigiosa rivista Osteoporosis International” – ha considerato un campione di 60.000 donne italiane in menopausa alle quali è stato misurata la densità dell’osso; poi sono state prese tutte le misurazioni di particolato sottile grazie all’aiuto di Giorgio Cattani, responsabile della sezione monitoraggio qualità dell’aria dell’Ispra, per vedere se ci fosse una correlazione tra l’esposizione cronica agli inquinanti e l’osteoporosi. In base ai risultati analizzati, l’associazione c’è.
Il bando biennale (2022-2023) per due borse di studio del valore di 5000 euro, è stato lanciato l’anno scorso, nell’ambito della partnership siglata tra la Fondazione per l’Osteoporosi e l’azienda scaligera FGP, due eccellenze italiane che hanno attivato una sinergia a partire dall’assegnazione di bandi di ricerca, per sostenere l’attività scientifica e di sensibilizzazione sull’osteoporosi.
L’altra borsa di studio è stata assegnata alla dottoressa Virginia Veronica Visconti, ricercatrice in Biotecnologie mediche e Medicina traslazionale – sezione di Ortopedia, del Laboratorio dell’osso del Policlinico Tor Vergata di Roma.
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