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Acne giovanile e tardiva: quali le cause scatenanti?

In entrambi i casi mai schiacciare i brufoli pensando di risolvere il problema perché, al contrario, lo peggioriamo. Così facendo il brufolo si infiamma, diventa più persistente e ci metterà di più a guarire. Inoltre, per le forme di acne seria, si rischia la formazione di piccole cicatrici che restano sulla pelle.

“L’acne giovanile riguarda circa l’80% degli adolescenti e comincia con la pubertà, quando cioè le ghiandole sebacee iniziano a produrre il sebo”, spiega Giuseppe Argenziano, Professore Ordinario e Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’. “Colpisce in genere prima le ragazze, soprattutto dai 14 ai 17 anni, e poi i ragazzi (il picco è dai 16 ai 19 anni). A causa dello sviluppo ormonale, infatti, quella è l’età della pelle grassa, soprattutto nella cosiddetta zona a T del viso, cioè la fronte, il naso e il mento. Proprio lì, di solito, la superproduzione di sebo forma un tappo di grasso nel follicolo pilifero che, anche per la presenza di batteri, si infiamma e diventa un brufolo”. 

Cinque gradi di gravità

Per accertarla ci si può rivolgere al proprio medico di famiglia che, attraverso l’osservazione diretta della pelle nelle zone interessate, potrà individuare il grado di gravità delle lesioni ed eventualmente consigliare una visita dermatologica per pianificare una terapia mirata. I gradi di gravità sono cinque:

  • grado 1 (lieve), presenza di brufoli e punti neri con pochi brufoli infiammati di colore rosa (papule), o contenenti pus (pustole).
  • grado 2 (moderato), presenza di papule e pustole, in particolare nella zona del viso.
  • grado 3 (moderatamente grave), presenza di un numero elevato di papule e pustole e di sporadici noduli che colpiscono, oltre al viso, anche schiena e torace.
  • grado 4 (grave), presenza di un elevato numero di papule, pustole e noduli sottocutanei grandi e dolorosi.

Dai farmaci in crema ai rimedi naturali 

“La scelta della cura per l’acne dipende dalla sua gravità”, continua il professor Argenziano. “Esistono farmaci in crema da applicare localmente per le forme più lievi e prodotti sistemici per forme moderate e gravi, che si dividono in 3 categorie: gli antibiotici, i prodotti ormonali (la pillola anticoncezionale che riduce nella ragazza la produzione di sebo) e l’Isotretinoina (derivato della vitamina A) che, riducendo drasticamente la produzione di sebo, riesce a risolvere completamente il problema. Si tratta di un farmaco che utilizziamo tantissimo per quelle forme di acne resistenti ai trattamenti topici e agli antibiotici. Cose da non fare: mai schiacciare i brufoli pensando di risolvere il problema perché, al contrario, lo peggioriamo. Così facendo il brufolo si infiamma, diventa più persistente e ci metterà di più a guarire. Inoltre, per le forme di acne seria, si rischia la formazione di piccole cicatrici che restano sulla pelle. Altro luogo comune da sfatare è quello sulla dieta. Si pensa infatti che l’alimentazione abbia un grosso ruolo nell’insorgenza e nella gravità dell’acne. In realtà non esiste una correlazione stretta tra l’assunzione di uno specifico alimento e la comparsa di singole lesioni, ma è vero che un abuso di dolci e zuccheri porta al peggioramento della patologia. Infine l’esposizione al sole: se da una parte riduce la persistenza del sebo e sembra migliorare il problema, dall’altra non dimentichiamoci che il sole è comedogeno, fa formare cioè i comedoni (punti neri) che sono l’inizio del problema. Attenzione quindi a non abusarne”. 

Quando compare dopo i 40 anni

E poi c’è l’acne tardiva che interessa entrambi i sessi, ma in prevalenza il 25% delle donne dai 35 ai 50 anni di età. “Si tratta di una caratteristica specifica del processo di invecchiamento”, spiega la dottoressa Dvora Ancona, specializzata in medicina estetica per la cura e il benessere del corpo senza bisturi, “che si verifica in relazione all’ispessimento dello strato della pelle e alla perdita della sua elasticità e della sua morbidezza. Questo processo, andando a ostruire la pelle in superficie per cui il sebo fatica a uscire, favorisce la formazione di comedoni (punti neri) e di cisti sebacee in superficie. Ecco cosa si intende per acne tardiva, che si manifesta principalmente sul mento, sul collo e/o sulla schiena. Le cause possono essere diverse: ormonali (in menopausa la pelle, aggravata dalle alterazioni ormonali, è più secca), assunzione di alcuni farmaci (esempio i cortisonici e gli anabolizzanti), alto indice glicemico, stress psicofisico (il cortisolo è tra i responsabili di sebo in eccesso), un’eccessiva esposizione al sole, predisposizione genetica. Importante seguire una dieta equilibrata (ricca di Omega 3 e vitamine A e D), limitare zuccheri e caffeina, fare sport per cercare di scaricare lo stress e avere una buona beauty routine, pulendo la pelle con dei peeling a base di acido salicilico. In caso di peeling professionali fatti in studio, basta 1 seduta al mese per 3-4 mesi. La soluzione migliore per cisti più persistenti è la radiofrequenza monopolare con ago che, penetrando nel follicolo pilifero dove la ghiandola sebacea produce sebo, la distrugge con conseguente blocco della produzione di sebo in eccesso”.  

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