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Nanomateriali nell’alimentazione: sicurezza senza sperimentazione animale

Innovazioni e sfide nella valutazione della sicurezza dei nanomateriali nel settore alimentare senza metodi invasivi


Nel mondo in continua evoluzione dell’industria alimentare, i nanomateriali stanno diventando sempre più presenti e importanti. Dalle nanoparticelle di ferro utilizzate negli integratori alimentari alla nanocellulosa impiegata nei “novel food” e nell’ambito del packaging, le applicazioni dei nanomateriali offrono nuove opportunità, ma al tempo stesso, pongono nuove sfide per garantire la sicurezza dei consumatori.

Un recente convegno nazionale sulle nanotecnologie e i nanomateriali nel settore alimentare, tenutosi presso la sede dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), ha messo in luce l’importanza di nuovi approcci per valutare la sicurezza dei nanomateriali senza la necessità di ricorrere a test sugli animali.

Il Commissario Straordinario dell’Iss, Rocco Bellantone, ha sottolineato come le nanoscienze abbiano aperto nuove prospettive non solo nel settore biomedico ma anche in quello alimentare. L’innovazione porta con sé innumerevoli benefici, ma la sua sicurezza rappresenta un ostacolo significativo. La valutazione del rischio, in particolare nel contesto dei nanomateriali, richiede nuovi approcci per garantire la sicurezza dei consumatori.

Per affrontare questa sfida, gli esperti del Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria (SANV) dell’Iss stanno coordinando progetti internazionali sostenuti dal finanziamento dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Due di questi progetti, noti come NANOCELLUP e NAMS4NANO Lot 3, sono stati presentati al convegno.

Il progetto NANOCELLUP si concentra sulla valutazione del rischio legato alla nanocellulosa, un materiale utilizzato in vari contesti alimentari. Nel frattempo, NAMS4NANO Lot 3 mira a dimostrare l’efficacia degli approcci metodologici utilizzati per la valutazione del rischio dei nanomateriali. Questi approcci includono l’uso di organismi diversi dai mammiferi, come gli embrioni di pesce, colture cellulari, modelli in silico basati su tecnologie informatiche e tecnologie omiche. Complessivamente, l’EFSA ha stanziato 5,3 milioni di euro per il progetto NAMS4NANO.

Francesco Cubadda, del Dipartimento SANV dell’Iss, responsabile scientifico del convegno, spiega che questi progetti si concentrano su nanomateriali e materiali convenzionali con una frazione sulla nanoscala, tutti con applicazioni nell’industria agroalimentare. Le aree prese in considerazione includono le fonti di nutrienti negli integratori alimentari, i “nuovi alimenti” (novel foods), gli additivi alimentari, gli additivi per l’alimentazione animale, i materiali a contatto con gli alimenti e i pesticidi. L’EFSA utilizzerà i risultati di questi casi studio per aggiornare le linee guida sulla valutazione del rischio dei materiali sulla nanoscala utilizzati nella produzione alimentare.

Le metodologie per valutare il rischio delle applicazioni delle nanotecnologie nel settore alimentare e della nutrizione hanno raggiunto una nuova fase di maturazione, e nuovi documenti di orientamento sono stati pubblicati dall’EFSA. Questi documenti stabiliscono gli standard scientifici per la valutazione regolatoria della sicurezza dei nanomateriali nell’Unione Europea, con l’obiettivo di proteggere la salute dei cittadini europei e sostenere l’innovazione in un settore strategico.

In conclusione, l’utilizzo crescente dei nanomateriali nell’industria alimentare richiede approcci innovativi per garantire la sicurezza dei consumatori, e le nuove metodologie senza test sugli animali stanno emergendo come una soluzione promettente per affrontare questa sfida in modo efficace ed etico.

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