Intervista ad Antonio d’Amore, Vice Presidente FIASO e Direttore dell’azienda ospedaliera ospedale cardarelli di Napoli, durante l’evento di Motore Sanità sul progetto vitiligine Campania, Puglia e Sicilia.
“La vitiligine è una malattia che ha un impatto sociale molto importante e che va a determinare anche delle forme di patologie correlate, come ad esempio stati depressivi”, spiega Antonio d’Amore, vice presidente FIASO e direttore generale dell’azienda ospedaliera ospedale Cardarelli di Napoli, il quale sottolinea che i problemi non si sviluppano solo in Campania, ma in tutta l’Italia.
“Il problema della sanità in Italia – continua d’Amore – è uno scarso finanziamento che non determina poi la sostenibilità di tutte le malattie; dovremmo anche capire che, molto spesso, noi siamo orientati a dare risposte a quelle che sono le malattie d’urgenza, degli oncologici e delle malattie cardiache. Sovente, le maggiori difficoltà di accesso alle cure le hanno questi pazienti perché, nell’immaginario collettivo, la malattia se non porta dolore non è neanche da considerare una malattia. Bisogna capire invece che la vitiligine porta eccome dolore: è un dolore interno, un dolore che molte persone vivono con un’ansia sociale e anche con depressione. Dovremmo concentrarci sui giovani a 360 gradi perché sono loro il nostro futuro. Oggi c’è anche in atto una crisi di valori e di identità molto forte, sono venuti a mancare dei pilastri che rappresentavano i punti fermi della nostra società. Proprio su questo bisognerebbe fare una riflessione come società intera, perché il cambio culturale dovrebbe iniziare dalle basi, dalla scuola e dentro le famiglie. Oggi, si è perso quella che è la considerazione della famiglia come centralità dell’educazione della persona”.
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