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Prevenzione vaccinale: percorsi facilitati, priorità ai pazienti oncologici e onco-ematologici

Carenza di informazione e accesso talvolta difficoltoso alle strutture: i dati del sondaggio sulle vaccinazioni delle persone in cura per tumore

La pandemia da Covid-19 ha rilanciato l’importanza delle vaccinazioni come strumento efficace nella prevenzione delle infezioni e delle complicanze, soprattutto tra le persone più vulnerabili come i pazienti oncologici. Un’indagine conoscitiva nell’ambito dell’iniziativa “In Contatto”, promossa dal Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, ha interpellato pazienti oncologici e onco-ematologici, evidenziando la necessità di una maggiore informazione sui vaccini, percorsi facilitati per accedere alle strutture vaccinali e campagne di sensibilizzazione rivolte soprattutto alle fasce giovani della popolazione. Le persone anziane sembrano più sensibili. Le donne si mostrano più preoccupate della vaccinazione dei propri congiunti in condizioni di fragilità. Sette su dieci dichiarano di essere informate sugli scopi della prevenzione vaccinale, con informazioni ricevute principalmente dal medico di medicina generale e dall’oncologo, seguite da Internet, canali social e passaparola. Emerge tuttavia che oltre il 50% del campione si dichiara poco motivato, scarsamente intenzionato a vaccinarsi in futuro, una esitazione che introduce la necessità di interrogarsi sui motivi all’origine del fenomeno.

L’importanza della vaccinazione come strumento di prevenzione è stata sottolineata da Sandro Barni, del Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO), che ha evidenziato la necessità di estendere l’indagine a una popolazione più ampia e articolata, al fine di conoscere meglio le dinamiche e i dubbi. L’80% degli intervistati ha ricevuto il vaccino anti-Covid, il 56,7% l’antinfluenzale, il 53,3% il vaccino anti-pneumococco, a seguire quello per l’epatite B e per l’Herpes zoster. Resta lo zoccolo duro del 20% del campione che al momento risulta scoperto, ancora incerto se vaccinarsi contro queste infezioni.

Mara Morini, della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SITI), ha indicato da parte sua come la pandemia abbia stimolato modelli organizzativi innovativi e la diffusione della cultura della prevenzione. Resta ancora aperta la questione del 20% del campione che non è stato vaccinato per nessuna delle infezioni prevenibili, evidenziando incertezze riguardo ai vaccini come la carenza di sperimentazioni, gli effetti collaterali e le reazioni indesiderate. È quindi necessario un lavoro di informazione e sensibilizzazione per favorire una maggiore adesione alla vaccinazione e garantire la protezione di tutti.

Proseguono intanto le lezioni del corso di perfezionamento “Patient Advocacy per le Associazioni dei pazienti oncologici e onco-ematologici” rivolto al Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” che ha promosso questa prima edizione in collaborazione con l’Università di Pavia.

Responsabili scientifici del Corso: Giancarlo Agnelli, Direttore Scientifico Istituti Clinici Scientifici Maugeri IRCCS, Pavia, Professore Ordinario di Medicina Interna, Università di Perugia; Laura D. Locati, Professore Associato di Oncologia Medica, Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica, Università degli Studi di Pavia, Direttore Oncologia Medica, Istituti Clinici Scientifici Maugeri IRCCS , Pavia; Annamaria Mancuso, Presidente Salute Donna ODV e Coordinatrice del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”; Carlomaurizio Montecucco, Professore Ordinario di Reumatologia, Direttore Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica, Università degli Studi di Pavia, Direttore SC Reumatologia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia; Alessandro Venturi, Presidente Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Professore di Diritto pubblico comparato, Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Università degli Studi di Pavia.

Questo corso, guidato dalla Professoressa Laura Deborah Locati insieme ad Annamaria Mancuso, è finalizzato a fornire le conoscenze teoriche e gli strumenti pratici necessari ad accrescere la capacità di advocacy delle Associazioni, ovvero la capacità di rappresentare e difendere i diritti dei pazienti oncologici e onco-ematologici e avere più voce ai tavoli decisionali.

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