L’innovazione in campo oncologico negli ultimi anni ha completamente rivoluzionato i paradigmi di diagnosi e cura per moltissime patologie. Per far fronte a questa innovazione è però necessario programmare la sanità del futuro
In Italia ogni anno circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti. Dell’altro 50% una buona parte si cronicizza, riuscendo a vivere più o meno a lungo. I risultati della ricerca sperimentale, i progressi della diagnostica, della medicina e della chirurgia, le nuove terapie contro il tumore, stanno mostrando effetti positivi sul decorso della malattia, allungando, la vita dei malati anche senza speranza di guarigione. Ma, se da una parte i vantaggi del progresso scientifico hanno cancellato l’ineluttabile equazione “cancro uguale morte”, dall’altra sono sorti nuovi problemi che riguardano: la presa in carico di questa patologia complessa, la revisione organizzativa necessaria ai sistemi assistenziali per rispondere efficacemente al nuovo scenario. Ne ha parlato Alessandro Stecco, Presidente IV Commissione Sanità, Regione Piemonte «La gestione della sanità davanti alle nuove sfide dell’oncologia, dei costi e dell’innovazione in campo diagnostico e terapeutico deve essere ben pianificata. Le politiche devono prevedere il futuro ed il cambiamento e dovranno basarsi su strumenti scientifici di economia sanitaria che delineino un quadro preciso delle risorse disponibili e quelle che dovranno essere investite. Contemporaneamente però bisogna gestire a livello ministeriale, attraverso una attenzione speciale, quella che è l’emergenza oncologica». L’innovazione in campo oncologico negli ultimi anni ha completamente rivoluzionato i paradigmi di diagnosi e cura per moltissime patologie. Per far fronte a questa innovazione è però necessario programmare la sanità del futuro. «Con l’invecchiamento della popolazione – sottolinea Stecco – e con la sempre maggiore cronicizzazione della malattia oncologica il ministero e tutti gli attori decisionali non possono continuare a lavorare attraverso funzioni ordinarie ma devono mettere in campo una maggiore velocità e risolutezza nel prendere decisioni. Attualmente le norme e le tariffe legate all’oncologia hanno tempi troppo lunghi di scrittura e messa in atto quando invece le necessità per i pazienti sono immediate. I pazienti – conclude Stecco – non possono e non devono aspettare tanti anni la burocrazia».