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Diabete e tecnologia, semplicità d’uso e più consapevolezza della malattia grazie ai dispositivi di monitoraggio della glicemia

La tecnologia sta cambiando la nostra vita in modo radicale, possiamo fare davvero tutto senza dover pensare di mettere a rischio la nostra vita o limitare le nostre attività quotidiane”. Queste sono le parole di Marisa Mottes, presidente dell’associazione Diabetici della Provincia di Milano, riferendosi ai nuovi dispositivi di monitoraggio della glicemia che adottano il sistema “Flash Glucose Monitoring” (FGM) che eliminano la necessità di pungere le dita e offrono alle persone con diabete i dati e le conoscenze di cui hanno bisogno per aiutarle a vivere una vita più sana

L’occasione che le ha permesso di fare sentire la voce delle persone con diabete è stato il convegno su diabete e innovazione tecnologica, organizzato da Motore Sanità a Brescia lo scorso 6 maggio, con l’obiettivo, attraverso una roadmap regionale, di riflettere su una delle patologie più diffuse in Italia per cui l’innovazione tecnologica ha fatto passi da gigante. Con strumenti in grado di cambiare l’evoluzione e il controllo del diabete, restituire una qualità di vita decisamente semplificata e migliorata ai pazienti, consentendo allo stesso tempo una riduzione significativa dei costi di gestione. 

Come ha sottolineato la presidente dell’Associazione Diabetici Provincia di Milano, la Regione Lombardia ha sempre ascoltato la nostra voce, poi supportata dai medici – ha detto Marisa Mottes -. La nostra forza è stata quella di dire: ci siamo e vi portiamo la nostra esperienza diretta. Così facendo abbiamo ottenuto importanti risultati. Siamo stati i primi ad adottare sistemi innovativi, dai microinfusori (fin dal 2000) al sensore (dal 2007), al sensore in flash e ora con la nuova delibera si amplia il suo utilizzo per arrivare a più persone con diabete. Questo è sicuramente un esempio di buona pratica per tutta l’Italia. Ma la tecnologia ha bisogno di formazione rivolta ai pazienti e ai caregiver, di informazione corretta, del coinvolgimento dei medici di medicina generale, di linee guida che diano esattamente indicazioni a tutti i livelli, dall’ospedale al paziente al medico di medicina generale, su come utilizzare correttamente questa tecnologia”. 

La voce dei pazienti diabeti è stata portata anche da Manuela Bertaggia, vicepresidente FAND Associazione italiana diabetici, che ha ricordato che la regione Veneto è sempre stata all’avanguardia per l’uso della tecnologia per le persone con diabete, e non solo, e una delle prime regioni a rimborsare il sensore FGM nel 2017 per una platea molto vasta che comprende anche le persone con diabete di tipo 2 in terapia multiniettiva. 

“L’uso del monitoraggio in continuo rende la vita più facile per questi malati cronici che per tenere monitorate le complicanze hanno tante visite ed esami da fare e che nel corso della giornata hanno tante decisioni da prendere per mangiare, per fare attività fisica, per andare in viaggio ecc. L’uso del monitoraggio da parte del paziente aiuta anche il medico curante ad aggiustare la terapia e renderla più appropriata ad un soggetto piuttosto che un altro” ha detto Manuela Bertaggia. 

Come ci ha tenuto a sottolineare Manuela Bertaggia, i tempi in questi anni sono cambiati e attraverso l’esperienza dei pazienti e gli studi effettuati dalle società scientifiche, si è visto quanto il monitoraggio in continuo può migliorare il compenso glicemico, soprattutto allontanare le ipoglicemie tanto pericolose per le persone con un’età avanzata.  “Per tutte queste ragioni chiediamo l’allargamento della platea di chi può usufruire di questi dispositivi, senza contare il risparmio di spesa che la regione Veneto avrà per i meno accessi al pronto soccorso per le ipoglicemie e per ospedalizzazioni dovute alle complicanze”.

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