Riforma dell’accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria e Medicina Veterinaria (semestre aperto) per l’anno accademico 2025-2026. Molti ne parlano ma non tutti hanno compreso le modalità con cui il numero chiuso, condito dai test che per oltre venti anni hanno disciplinato questo percorso di studi superiori, ha fatto posto al semestre di prova e successivo sbarramento. Il Ministero dell’Università e della ricerca fa chiarezza pubblicando il decreto attuativo (n. 418 del 30 maggio) che accende i fari sui meccanismi che dal prossimo anno accademico regoleranno l’iscrizione libera, il semestre filtro, la valutazione dei punteggi degli esami e la doppia carriera universitaria.
Quel che è certo è che a partire dall’anno accademico 2025/2026 l’iscrizione a Medicina sarà libera. Attenzione sarà però poi subordinata al superamento di tre esami fondamentali nel cosiddetto semestre filtro, che su scala nazionale prevede un’iscrizione parallela a un altro corso affine che prevede valutazione uguali per tutti e una graduatorie nazionale e anche un piano B con un percorso alternativo per gli studenti che non dovessero supere lo sbarramento. Ma andiamo con ordine e vediamo nel merito cosa prevede il decreto del governo firmato dal ministro Anna Maria Bernini che attua il
Decreto legislativo 71/2025 e la legge delega 26 del 2025 che hanno appunto riformato le modalità di accesso ai corsi di area medica e veterinaria.
Le iscrizioni dovranno avvenire entro luglio indicando la sede del semestre filtro e 10 o più preferenze di sedi in cui proseguire i corsi principali e affini. Chimica e propedeutica biochimica, Fisica medica e Biologia gli esami del semestre filtro.
Gli esami si svolgeranno negli stessi tempi e con le stesse modalità e due appelli per ciascuna materia. Ogni esame prevede 31 domande e 45 minuti per ciascuna prova. Il 18/30 resta il minimo sindacale da rispettare. Ogni studente che non superasse il semestre filtro può iscriversi per un massimo di tre volte nel corso degli anni anche se non consecutivamente
Il semestre filtro è previsto non solo per Medicina e Chirurgia e Odontoiatria ma anche per Medicina Veterinaria e riguarda anche gli studenti di area Ue e non e prevede l’iscrizione anche a un corso affine, dunque in deroga al divieto di doppia iscrizione sancito dal Decreto ministeriale 930 del 2022. L’obbligo di frequenza non si applica al corso affine. La quali sono i corsi affini? Sono considerati tali
Biotecnologie, Biologia, Scienze Biologiche, Scienze Zootecniche, Farmacia e Professioni Sanitarie.
In alcuni corsi delle professioni sanitarie (con rapporto iscritti posti inferiori a 1 e dunque con un fabbisogno formativo non soddisfatto) gli studenti non selezionati potranno accedere in sovrannumero fino al 20% dei posti disponibili. In pratica chi non supera lo sbarramento potrà comunque accedere fino al 20% dei posti disponibili non assegnati. L’iscrizione al primo semestre di uno dei corsi di studio affini è gratuita e non comporta per lo studente il rispetto degli obblighi di frequenza eventualmente previsti dai regolamenti di Ateneo.
Il semestre filtro si svolge dal 1° settembre al 30 novembre e comprende tre insegnamenti da rediti formativi universitari ciascuno. Chimica e propedeutica biochimica, Fisica, Biologia.
Il Ministero nominerà due commissioni (una per i test e una per gli esami articolate in sottocommissioni, ciascuna delle quali è composta da professori individuati per gli insegnamenti di propria afferenza composte da professori universitari di ruolo o in quiescenza e rimangono in carica per due anni, rinnovabili una volta. I componenti della commissione incaricata di formulare le domande per le prove d’esame non possono svolgere attività didattica nel semestre filtro per gli obblighi di riservatezza. La frequenza all’attività didattica è obbligatoria.
Chi non supera il semestre filtro può accedere al secondo semestre del corso affine (con riconoscimento dei CFU), iscriversi ad altro corso (con riconoscimento eventualmente parziale). Chi è già iscritto a un corso medico o affine, anche in atenei non statali, dovrà iscriversi al semestre filtro per poter accedere ai nuovi corsi, salvo dimostrare di aver già frequentato gli insegnamenti previsti. Tutti gli Atenei devono adeguare i piani di studio.
Sul decreto attuativo sull’accesso a Medicina la Fnopi, Federazione nazionale Ordine delle professioni infernieristiche pone la necessità di un’interlocuzione “per garantire la qualità della formazione in Infermieristica. In sede di audizione parlamentare, e attraverso dettagliata documentazione depositata presso il Ministero dell’Università e della Ricerca, la FNOPI ha più volte evidenziato una serie di criticità che andranno a impattare soprattutto sui corsi di laurea in Infermieristica. “In particolare – spiegano dalla Federazione – il decreto appena firmato individua nel dettaglio le procedure relative alla doppia iscrizione, contemporanea, gratuita e obbligatoria, ai corsi di laurea di Medicina o veterinaria e ai corsi di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria, anche in sovrannumero. La Federazione – continua la nota – apprezza gli sforzi visibili all’interno del testo volti ad attenuare l’impatto del trasferimento di studenti in sovrannumero recependo in parte le istanze della FNOPI, ma la priorità deve rimanere quella di garantire standard di qualità formativa dei Corsi di Laurea in Infermieristica. Una professione in continua evoluzione non dovrebbe essere subordinata a nessun’altra, invece in questo modo si afferma una sussidiarietà della scelta del percorso formativo infermieristico a un insuccesso di entrata a Medicina alimentando un’immagine sociale che da tempo siamo impegnati a superare, privilegiando l’accesso dei giovani che si riconoscono in una mission assistenziale. Il rischio è, dunque, quello che le maglie di questo provvedimento abbiano un impatto negativo rispetto agli sforzi messi in campo per valorizzare la professione. Inoltre, i primi a farne le spese sono i nostri giovani che non dovrebbero trovarsi nella condizione di tentare più strade per definire il proprio futuro”.
Tali perplessità sono state espresse anche dalla Conferenza delle Regioni che il 17 aprile scorso ha approvato un documento in cui ritiene urgente e necessario un confronto istituzionale costruttivo per promuovere misure coerenti con le reali esigenze del sistema. Una posizione analoga è inoltra emersa in alcuni confronti interni alla Federazione degli Ordini delle 18 professioni sanitarie. Nessuno intende sentirsi affine ma subalterno al medico come sancito peraltro dalla prassi giurisprudenziale che garantisce l’autonomia delle professioni sanitarie in ambito assistenziale.
“In questo contesto, la FNOPI rinnova la piena disponibilità a collaborare con le istituzioni al fine di monitorare il processo in atto andando – concludono dalla Federazione – a intervenire per risolvere criticità e garantire un sistema formativo efficiente per non disperdere potenziali futuri professionisti e tutelare il valore delle professioni sanitarie e la sicurezza pazienti”.