“Il dolore rappresenta uno dei sintomi più importanti di ogni malattia, capace di peggiorare significativamente la qualità di vita di ogni persona, in qualunque età o condizione socio-economica si trovi. È esperienza di ogni medico di medicina generale come un dolore, anche di lieve o modesta entità ma persistente, possa interferire con le attività quotidiane, con il lavoro o con il sonno, con costi psicologici economici e sociali rilevanti”. Queste le parole di Elisabetta Alti, direttore del Dipartimento di medicina generale dell’Usl Toscana Centro, al convegno sul dolore cronico, organizzato a Firenze, il 4 luglio scorso, da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Angelini Pharma.
Come ha spiegato la dottoressa Alti, il medico di medicina generale grazie alla conoscenza del paziente, alla prossimità e capillarità può realizzare una presa in carico del paziente affetto da dolore cronico, attuando un primo livello diagnostico e terapeutico, coinvolgendo, in caso di dolore di difficile trattamento, lo specialista anche con l’ausilio della telemedicina per un consulto veloce od invio più appropriato. Il ruolo delle aggregazioni funzionali territoriali (Aft) e delle case di comunità nella gestione del dolore cronico rafforzerà la rete e la condivisione dei percorsi ospedale territorio anche in campo algologico. L’abbiamo ascoltata ai microfoni di Mondosanità.
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