Le aziende produttrici di farmaci generici sono strette in una morsa tra l’aumento dei prezzi di approvvigionamento da una parte e la pressione al ribasso dei prezzi finali dall’altra. Molte sono costrette a uscire dal mercato. La conseguenza è un aumento dei medicinali difficili da reperire
Quello che sta accadendo in natura è sotto gli occhi di tutti: la biodiversità sta scomparendo a un ritmo preoccupante. Ebbene, qualcosa di simile sta accadendo nel settore della produzione dei farmaci generici, quei medicinali che hanno caratteristiche analoghe ai prodotti “di marca” non più coperti da brevetto ma un prezzo più basso. Il paragone non è azzardato. Le aziende produttrici di farmaci generici si trovano strette in una morsa tra l’aumento dei costi di approvvigionamento e la spinta al ribasso dei prezzi finali. E i due fattori, per proseguire il paragone, esercitano una sorta di pressione selettiva che mette a rischio la biodiversità del settore.
Fuor di metafora: sempre più imprese si ritirano dal mercato provocando di conseguenza una grave carenza di medicinali di cui fanno le spese i pazienti. A lanciare l’allarme, dati europei e nazionali alla mano, è l’edizione 2023 dell’Osservatorio Nomisma sul “Sistema dei farmaci generici in Italia”, presentata oggi a Roma.