In Italia, una delle problematiche emergenti per il Sistema Sanitario Nazionale si nasconde dietro numeri che spesso passano inosservati, ma che descrivono un quadro allarmante. L’obesità, definita come malattia cronica, progressiva e recidivante, colpisce oggi circa il 12% della popolazione, pari a 6 milioni di persone. Questo dato è gravato da un altro 40% di italiani in sovrappeso. A questi si aggiunge circa il 30% dei bambini, il che indica che la tendenza a prendere peso inizia fin dagli anni dell’infanzia. A parte il fattore estetico, abbiamo descritto una condizione che può comportare diabete, malattie cardiovascolari, una minore aspettativa di vita in salute. Inoltre, le implicazioni emotive e sociali, come lo stigma e l’esclusione, rendono bene l’idea di una situazione sempre più complessa da affrontare. Per anni, l’obesità è stata vista come una responsabilità individuale, come se dipendesse solo da scelte personali sbagliate. Tuttavia, gli esperti sottolineano che è una malattia multifattoriale, influenzata da genetica, condizionamenti ambientali, consumismo, facile accesso alle risorse alimentari e dinamiche socioeconomiche.
Iniziare una dieta non basta, occorre andare oltre il trattamento individuale e guardare al problema con una visione d’insieme. Questo include investire nella prevenzione, promuovere campagne di sensibilizzazione. Le azioni integrate e coordinate diventano fondamentali, ed è proprio qui che si vede il ruolo delle associazioni e delle istituzioni. Nella lotta contro l’obesità e il sovrappeso si volta pagina con la creazione di FIAO – Federazione Italiana Associazioni Obesità. Presentata ufficialmente a Roma, questa costellazione del volontariato riunisce sette associazioni di pazienti già attive a livello nazionale. Amici Obesi Onlus, La Mattina Dopo Odv, MPO – Mai Più Obesi, Giro di Boa Aps, SMALL, ASCOP Onlus e Fiocchetto Verde Odv hanno scelto di unire le forze, condividendo esperienza, energie e volontà per affrontare una delle emergenze più importanti del nostro tempo.
L’iniziativa punta a ottimizzare le sinergie tra le sigle del Terzo Settore, rafforzando la capacità di incidere nei confronti di istituzioni, decisori politici e nel mondo medico-scientifico. “Far sentire la voce dei pazienti, tutelarne i diritti e contribuire al dibattito per il contrasto all’obesità è l’obiettivo primario della federazione”, ha dichiarato Iris Zani, Presidente di FIAO e di Amici Obesi Onlus. Queste parole sintetizzano la missione dell’alleanza: trasformare il modo in cui l’obesità viene percepita e affrontata nel nostro paese.
Tra gli obiettivi basilari della federazione c’è la promozione di un approccio che coinvolga non solo medici e specialisti, ma anche psicologi, nutrizionisti e assistenti sociali. Durante la conferenza stampa di presentazione sono intervenuti esperti e rappresentanti delle istituzioni, tra cui l’onorevole Roberto Pella e il professor Andrea Lenzi, che hanno evidenziato l’importanza di FIAO come interlocutore autorevole per il progresso delle politiche sanitarie. La federazione lancia un segnale forte: una promessa di inclusione, tutela e sensibilizzazione.
Per anni, l’obesità è stata trattata come una sofferenza dovuta alle abitudini alimentari e allo stile di vita. Questa tendenza a colpevolizzare ha permeato il dibattito su diabete, sovrappeso, fegato grasso e malattie del metabolismo, ha impedito una comprensione più profonda della complessa patogenesi. Oggi, però, si riconosce l’obesità come una malattia cronica, recidivante e progressiva. Qui non si tratta semplicemente di un problema estetico o di una mancanza di volontà, ma di una condizione che richiede l’intervento del medico, un approccio multidisciplinare e una rete di supporto adeguata.
Andrea Lenzi, presidente del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri, membro della Cabina di Regia Piano Nazionale della Cronicità, ha dichiarato che il riconoscimento dell’obesità come malattia è il presupposto numero uno per contrastarla. “La governance globale e locale spesso non riesce a prendere le distanze da approcci frammentari e obiettivi politici a breve termine. È necessario un cambio di rotta che includa strategie sistematiche e condivise.”
Riconoscere l’obesità come malattia ha una serie di implicazioni a cascata. Innanzitutto, permette di migliorare l’accesso alle cure, riducendo le disparità e garantendo un trattamento equo e adeguato. Inoltre, contribuisce a sensibilizzare la società, favorendo una maggiore comprensione. Questo approccio è sostenuto dalla proposta di legge n.741, promossa da Roberto Pella, Presidente Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, che ha dichiarato: “Riconoscere l’obesità come malattia e affrontarla come una priorità nazionale rappresenta un passo avanti per il nostro sistema sanitario”.
La proposta di legge n.741, intitolata “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità”, rappresenta una svolta storica nel panorama legislativo italiano, questa iniziativa incarna la voglia di cambiamento e prevede gli strumenti per aiutare migliaia di persone che desiderano rientrare nel peso forma, offrendo loro tutele, diritti e opportunità.
A lungo ignorata dal punto di vista legislativo, L’obesità era considerata più una questione personale che una responsabilità collettiva. La proposta di legge n.741 mira a cambiare questa percezione, riconoscendo ufficialmente l’obesità come una malattia che necessita di essere affrontata con politiche adeguate. Se approvata, questa sarebbe la prima legge al mondo interamente dedicata alla prevenzione e alla cura dell’obesità, rendendo l’Italia un modello internazionale.
La proposta di legge include una serie di misure innovative, tra cui:
1. Promozione della prevenzione: Campagne di sensibilizzazione e programmi educativi mirati a ridurre i fattori di rischio.
2. Accesso alle cure: Garantire che le persone affette da obesità possano accedere a percorsi terapeutici multidisciplinari senza ostacoli economici o geografici.
3. Tutela sociale: Introduzione di politiche volte a contrastare lo stigma e la discriminazione nei confronti delle persone con obesità.
4. Ricerca e innovazione: Incentivi per lo sviluppo di soluzioni terapeutiche avanzate e tecnologie innovative.
Queste misure rispondono a un’esigenza reale. “È fondamentale che il sistema sanitario riconosca l’obesità come una priorità”, ha sottolineato Pella. Ma la lotta a sovrappeso e obesità non si vince solo con leggi o le imposizioni, richiede un cambiamento nella mentalità della gente, così come è accaduto per il contrasto alle dipendenze, la ricerca sull’Aids e la lotta al fumo. I programmi educativi alimentari devono coinvolgere le scuole, le istituzioni e i media, spingendo le generazioni future a una visione più equilibrata del benessere individuale. Emerge, alla fine, un messaggio chiaro: guarire è possibile, una scommessa che possiamo affrontare insieme. Con il giusto mix di innovazioni, terapie, normative e solidarietà, è possibile ripensare un futuro in cui ogni persona abbia l’opportunità di vivere una vita più sana e felice. Ed è con questa convinzione che FIAO, le istituzioni e tutte le parti coinvolte continueranno a impegnarsi, costruendo un cammino di progresso e speranza.