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Garantire la nutrizione artificiale per una migliore qualità di vita dei pazienti

Intervista a Emanuele Ceccherini, medico nutrizionista

Mondosanità ha intervistato Emanuele Ceccherini, medico nutrizionista, durante la presentazione in Toscana della “Carta dei Diritti dei Pazienti in Nutrizione Artificiale“. L’evento è stato promosso da Motore Sanità e dall’A.N.N.A. (Associazione Nazionale Nutriti Artificialmente), con il patrocinio di ASAND (Associazione Scientifica Alimentazione Nutrizione e Dietetica) e SINPE (Società Italiana di Nutrizione Artificiale e Metabolismo), e con il contributo incondizionato di SAPIO life, TAKEDA e VIVISOL Home Care Services.La nutrizione artificiale è una procedura terapeutica essenziale per chi non può alimentarsi naturalmente, fondamentale in casi di malnutrizione, ipercatabolismo, cachessia e necessità di riposo intestinale.

La regione Toscana – ha detto Ceccherini – è stata una delle più attente al programma e ai problemi nutrizionali dei pazienti. Sappiamo oggi che la nutrizione artificiale e la nutrizione clinica sono rilevanti in molte patologie, tra cui tumori, problemi cerebrali e disfagie. Questo rende l’attenzione alla nutrizione artificiale trasversale a varie discipline. La nutrizione artificiale necessita però di una organizzazione territoriale e ospedaliera efficace.

La regione Toscana ha emanato delibere come la 340-2017, che supportano l’organizzazione territoriale di un processo complesso. Deospedalizzare i pazienti in nutrizione artificiale in sicurezza e garantire a tutti le stesse opportunità è la priorità che la nostra regione sta portando avanti.

I pazienti oncologici, durante la chemio e la radioterapia, sono quelli che più frequentemente richiedono la nutrizione artificiale, che può intervenire attraverso la somministrazione di sostanze assimilabili per via orale oppure attraverso nutrizioni artificiali, parenterale o enterale. Un altro gruppo di pazienti che beneficia della nutrizione artificiale è costituito da coloro che hanno problemi neurologici, spesso disfagici, e necessitano di un accompagnamento nella fase di ripresa e riabilitazione. In questi casi, la nutrizione enterale è la più efficace. Per garantire questo servizio, il sistema territoriale deve essere in grado di gestire un numero crescente di pazienti, combattendo così la malnutrizione che influirebbe negativamente sulla prognosi e sul decorso delle malattie“.

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